Rischio rottura nella trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici: un nuovo incontro è stato fissato per il 22 dicembre ma al momento le posizioni tra Federmeccanica e sindacati sono inconciliabili. Le imprese - secondo quanto hanno spiegato Fiom, Fim e Uilm uscendo dall’incontro di oggi - chiedono di definire un salario minimo di garanzia con la previsione di aumenti di fatto solo per il 5% della categoria. Proposta, questa, definita "inaccettabile" dai sindacati.
"Ad un mese dal primo incontro riteniamo che Federmeccanica debba recuperare lo spirito che portò alla firma degli ultimi due rinnovi nel 2009 e 2012, sottoscritti già a crisi conclamata. I rinnovi contrattuali nei metalmeccanici hanno fatto bene ad imprese e lavoratori e questo non si può dimenticare". Lo afferma in una nota il segretario nazionale della Fim Cisl, Marco Bentivogli a proposito della trattativa su rinnovo del contratto nazionale di lavoro. "Siamo disponibili - aggiunge - a discutere di salario minimo di garanzia solo se questo non eroderà la platea dei metalmeccanici interessati dai minimi salariali fissati dal contratto nazionale. Se consentirà di difendere e ampliare i due livelli contrattuali, marcando con maggiore nettezza la diversità delle funzioni dei diversi livelli". All'eterogeneità "del settore - conclude Bentivogli - si risponde con la contrattazione territoriale che insieme a quella aziendale va collegata con forza alla produttività. Consideriamo importanti le aperture su welfare, inquadramento e formazione. Serve uno sforzo autentico sul salto di qualità di relazioni industriali partecipative e il calendario della trattativa va reso immediatamente più serrato".
L’adeguamento dei minimi salariali di garanzia verrà riconosciuto solo a quei lavoratori che hanno una retribuzione individuale inferiore ai minimi. È la proposta della Federmeccanica - secondo quanto ha spiegato il direttore dell’associazione Stefano Franchi - per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. "Il contratto nazionale - ha detto Franchi - non può più dare incrementi a pioggia, il 22 faremo una proposta concreta". Secondo i sindacati avrebbe gli aumenti nazionali il 5% dei lavoratori.