I dati sui tempi di attesa per i rinnovi dei contratti e sul numero di lavoratori col contratto scaduto sono "clamorosi", addirittura "inaccettabili" guardando al pubblico impiego. Questo da una parte deve impegnare il Governo ad aprire "subito" un tavolo con i sindacati per rinnovare i contratti pubblici, anche per ottemperare una sentenza della Corte costituzionale; dall'altra avviare un confronto con le imprese per definire un nuovo modello contrattuale. Così il segretario confederale della Cisl, Giuseppe Farina, ha commentato le rilevazioni Istat sulle retribuzioni."Nel pubblico impiego - ha detto Farina - le scelte del Governo sono state smentite dalla Consulta. C'è un ritardo clamoroso nel rinnovo dei contratti, cui si aggiungono ritardi molto frequenti nel settore privato. Ciò danneggia i lavoratori sul versante dei salari e segnala il fatto che è necessario ammodernare il sistema di relazioni industriali con regole nuove e certe".Secondo il sindacalista della Cisl, dunque, una delle ragioni per le quali i contratti si rinnovano con molto ritardo sta nella mancanza di regole contrattuali. "Il modello sperimentale del 2009 è scaduto - ha proseguito Farina - se ora non definiremo regole nuove, temo che anche nella prossima stagione ci potranno essere tempi di attesa molto lunghi". Per questa ragione, il rappresentante della Cisl ritiene "incomprensibile" l'atteggiamento della Cgil che non vuole discutere di un nuovo modello di relazioni.
"Bisogna prendere atto delle difficoltà - ha aggiunto il segretario confederale della Cisl - il Governo dà segnali di voler intervenire su questa materia, oltre che sul diritto di sciopero. Di fronte a questa offensiva, insidiosa, della politica credo ci debba essere un sussulto di intelligenza e responsabilità".Sul pubblico impiego, il confronto sulla riforma della scuola potrà essere "un'occasione" anche per "aprire un tavolo" col Governo per il rinnovo dei contratti pubblici. "Può essere un terreno di confronto sia per i contratti che per trovare soluzioni e aggiustamenti alla riforma della scuola", ha concluso Farina.