Per la prima volta dopo parecchio tempo i sindacati della Scala hanno ritrovato l’unità e tutti insieme Cgil, Cisl, Uil e Fials hanno presentato una piattaforma da cui partire per negoziare il nuovo contratto di lavoro. Una lista di priorità che arriva a poco più di un mese dall’inaugurazione della prossima stagione il 7 dicembre, periodo in cui le trattative sindacali hanno dalla loro l’arma potente di una minaccia di sciopero che potrebbe finire sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Per ora però la situazione non è certo ai ferri corti e nessuno sembra avere l’intenzione di arrivare a tanto. Nel testo non ci sono scritte cifre ma una serie di titoli da affrontate (come la quantificazione dei diritti per le trasmissioni su internet) e la richiesta di autorizzare il sovrintendente Alexander Pereira a liquidare quanto previsto dal protocollo allegato allo scorso contratto, protocollo che è stato bocciato dalla Corte dei Conti e che prevedeva un anticipo sul nuovo contratto e l’adeguamento Istat che non è mai stato fatto dal 2008 (per un totale di circa 1 milione 750 mila euro). Domani si incontra il consiglio di amministrazione, che da quando è stato eletto sindaco Giuseppe Sala, lo scorso giugno, si è riunito una sola volta, il 12 luglio, quando confermò di voler essere lui stesso presidente convinto di "poter dare un buon contributo posto che c’è un tema manageriale importante". La priorità, avvisò allora, è "tenere i conti in ordine. la Scala ha di fronte molte scelte da fare per il futuro, quindi quello che dobbiamo vedere è un piano pluriennale per i prossimi anni". La speranza dei sindacati è che fra questo cda e la prossima riunione fissata per il 21 novembre arrivi il via libera a trattare (e a pagare anticipo e adeguamento). Ma non è questa l’unica questione aperta. È vacante dallo scorso febbraio il ruolo di vicepresidente della Scala. E se è vero che Sala non l’ha posta come una necessità impellente perchè, aveva spiegato, "quando gestisco, gestisco" è anche difficile che si possa procrastinare ancora a lungo.