"Da una prima analisi dei contenuti dei decreti attuativi del Jobs act, riteniamo importante la scelta del Governo di non avere esercitato la delega sul salario minimo. Questa era una delle richieste centrali della Cisl che il Governo ha accolto, lasciando alle parti sociali anche le materie legate alla riforma del modello contrattuale e le regole sulla rappresentanza", ha dichiarato il Segretario confederale della Cisl, Gigi Petteni, commentando l'appovazione dei decreti attuativi del Jobs act da parte del Cdm."Naturalmente vanno letti con attenzioni tutti i punti del decreto, in particolare quelli riguardanti gli ammortizzatori sociali- continua Petteni- ma l'estensione della cassa integrazione e dei contratti di solidarieta' anche alle piccole imprese tra i 5 e i 15 dipendenti e' per la Cisl un risultato certamente storico. Così come e' importante aver aumentato la durata dei congedi parentali per consentire una migliore conciliazione tra lavoro e famiglia. Altro aspetto positivo è l'uso dei contratti di solidarietà per portare a 36 mesi gli ammortizzatori sociali. Occorre ora valutare con attenzione il tema delle politiche attive del lavoro per capire se c'e' un vero segno di cambiamento, in particolare se queste politiche saranno fatte in modo adeguato perche' e' li' che si potra' avere una vera svolta in tema di nuova occupazione.
Intanto il ministero del Lavoro continua a sfornare dati. E ovviamente si tratta di dati positivi, in parte dati dalla scelta del nuovo contratto a tutele crescenti introdotto con il Jobs Act ma soprattutto grazie agli incentivi previsti dalla legge di Stabilità. Nel mese di aprile 2015 - si legge in una nota del dicastero di Via Flavia - le trasformazioni di rapporti di lavoro a tempo determinato in rapporti a tempo indeterminato rilevate su tutti i settori di attività sono state 36.428, l'83% in più su aprile 2014 (erano 19.893 ad Aprile 2014). Ad aprile 2015 - sempre secondo i dati del ministero - il numero di attivazioni di nuovi contratti di lavoro in tutti i settori di attività economica è stato pari a 912.764, mentre le cessazioni nel periodo 700.602 con un saldo di oltre 212.000 contratti. Ad aprile 2014 le attivazioni erano 865.133. Tra le attivazioni, si legge, 199.640 (circa il 22%), sono contratti a tempo indeterminato, 598.404 sono contratti a tempo determinato, 18.469 sono contratti di apprendistato, 42.693 sono collaborazioni e 53.558 sono le forme di lavoro classificate nella voce "altro".
AUDIO. La dichiarazione di Gigi Petteni, segretario confederale Cisl