Sabato incrociano nuovamente le braccia i 300mila addetti della grande distribuzione organizzata per rivendicare il contratto nazionale di lavoro atteso da due anni e mezzo. La protesta #FuoriTutti Ancora Più Forte!, che si svolgerà con presidi e mobilitazioni regionali e locali, è stata indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs in seguito alla rottura dei negoziati con la Federdistribuzione.
“Non rinnovare i contratti di lavoro è una grave responsabilità che si assumono in questa fase della vita del paese le imprese. Per questo siamo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori del terziario, delle aziende della grande distribuzione e dei servizi che domani saranno in tante piazze italiane per protestare per il diritto ad un contratto di lavoro dignitoso”. Lo sottolinea la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, alla vigilia dello sciopero dei dipendenti delle aziende della Grande Distribuzione aderenti a Federdistribuzione, tra cui Ikea, Pam e Panorama, Auchan, Carrefour, Leroy Merlin, Esselunga”. “E’ davvero inaccettabile l’atteggiamento di Federdistribuzione che dopo tre anni non intende rinnovare il contratto di lavoro dei 300 mila lavoratori e lavoratrici di questo settore così importante per l’economia del paese. Per questo sosteniamo la scelta della Fisascat Cisl che con le altre categorie di Cgil e Uil stanno difendendo con forza e convinzione il diritto al rinnovo del contratto, cogliendo anche il disagio e la legittima insoddisfazione che sta vivendo questo settore produttivo. I lavoratori del commercio, del terziario e dei servizi tra l’altro, hanno pagato un prezzo salatissimo negli anni più bui della crisi. Sono donne e uomini che fanno un lavoro faticoso e molto importante - rileva Furlan - spesso sette giorni su sette, che meritano dai datori di lavoro davvero più rispetto e considerazione. La competitività delle imprese non si raggiunge tagliando tutele contrattuali e salario, ma ricercando punti di mediazione che possano dare risposte alle esigenze organizzative del lavoro, alla crescita della produttività, come si è fatto con successo nel nuovo contratto nazionale di lavoro siglato con l’associazione datoriale Confcommercio. Ecco perchè ci aspettiamo che lo sciopero di domani, il terzo negli ultimi mesi - ricorda Furlan - possa svegliare le coscienze di Federdistribuzione, delle associazioni datoriali della distribuzione cooperativa e di Confesercenti. Chiediamo che la trattativa venga subito ripresa - conclude il leader di via Po - e che si trovi finalmente la giusta mediazione per chiudere il contratto nazionale in un settore fondamentale per la ripresa dei consumi e dell'economia del Paese".
Al tavolo di trattativa l’associazione datoriale ha avanzato condizioni inaccettabili in ordine alla destrutturazione del sistema di inquadramento professionale, alla deroga sull’applicazione della contrattazione nazionale anche in assenza di accordo decentrato e al trattamento economico, con la proposta di una massa salariale di gran lunga inferiore a quella percepita dai lavoratori dipendenti delle imprese della distribuzione commerciale aderenti alla Confcommercio.
Il tono della mobilitazione si è ulteriormente inasprito in seguito all’erogazione dell’aumento economico deciso unilateralmente dall’associazione datoriale della Gdo, per i sindacati argomento necessariamente da ricondurre nell’ambito del tavolo di confronto per la definizione del nuovo contratto nazionale di lavoro