Venti di guerra nel settore energia e petrolio. Bloccate le trattative per il rinnovo del contratto nazionale 2016-2018 (interessati oltre 35mila dipendenti in aziende come Eni, Snam, Saipem, Shell, Esso, Total, Fina), scaduto il 31 dicembre 2015. Dopo il fallito tentativo di conciliazione al ministero del Lavoro, i sindacati del settore Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil hanno reagito con lo sciopero che oggi interesserà il settore per l'intera giornata. Contemporaneamente è stato proclamato lo stato di agitazione con conseguente sospensione di ogni prestazione straordinaria.
"Non è stato riconosciuto da Confindustria Energia - attaccano Emilio Miceli, Angelo Colombini e Paolo Pirani, rispettivamente segretari generali di Filctem, Femca e Uiltec - un incremento salariale adeguato al recupero del potere d'acquisto delle retribuzioni. Ci viene proposto un aumento di 65 euro per il triennio 2016-2018, esattamente la metà della nostra richiesta. E' inaccettabile. La rottura è anche dovuta alla proposta di Confindustria Energia di introdurre un nuovo e penalizzante sistema classificatorio legato alla valutazione della prestazione lavorativa in alternativa a quella attuale, oltre al mancato rispetto di impegni presi nel precedente rinnovo contrattuale sulla liquidazione dei 24mi delle quote degli scatti di anzianità maturate dai lavoratori che ne avevano diritto al 31 dicembre 2015".
(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)