Via libera alla piattaforma per il rinnovo del contratto chimico-farmaceutico. Lo hanno dato ieri gli Esecutivi unitari di Femca-Cisl, Filctem-Cgil, Uiltec-Uil. Ora l'ultima parola spetta alle assemblee dei lavoratori, per consentire l'avvio delle trattative (forse a settembre) con le associazioni imprenditoriali di riferimento Federchimica, Farmindustria, Assocerai, Anicta - Confindustria.
La piattaforma interessa oltre 171mila lavoratori, dipendenti di più di 2.900 imprese il cui contratto scade il 31 dicembre 2015.
Gli Esecutivi unitari hanno anche approvato le “linee-guida” per le piattaforme contrattuali di altri importanti rinnovi di contratti in settori industriali e dei servizi a rete ( gomma-plastica, energia-petrolio, gas-acqua, occhiali, Pmi Unionchimica-Confapi) prossimi alla scadenza, a cominciare da quelli del settore manifatturiero, tessile-abbigliamento in testa. “Non è stato facile - sostengono Sergio Gigli (Femca) Emilio Miceli (Filctem), Paolo Pirani (Uiltec) - : in un paese ancora in crisi di recessione, in presenza di una instabilità economica che scoraggia investimenti e consumi, è necessario riattivare politiche industriali e dinamiche salariali di sostegno al reddito”. “I contratti nazionali vanno rinnovati presto e bene - insistono i leader sindacali - e devono garantire, tenuto conto degli andamenti economici, la difesa del potere di acquisto attraverso l'incremento dei minimi contrattuali, il miglioramento del welfare contrattuale e delle prestazioni lavorative”. “Sfidiamo gli imprenditori ad aprire subito i tavoli di trattativa e ad orientare i loro piani verso una maggiore innovazione di prodotto e di processo, di investimenti a loro sostegno, in particolare nella ricerca, per sostenere una competizione mondiale sempre più complessa, non fosse altro perché le idee di deregulation, dello sfruttamento delle risorse, di dumping sociale, del contenimento dei costi e dei diritti dei lavoratori hanno clamorosamente fallito”.
“Ecco perché insistiamo - concludono i tre segretari generali - affinché tutte le ipotesi di piattaforme contengano i necessari miglioramenti dei provvedimenti legislativi relativi al lavoro in relazione alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, alla conferma dei codici di disciplina e alla tutela dai licenziamenti collettivi”.