È stato siglato stamattina alle 4 a Milano, dopo una intensa notte di trattative, l’accordo per il rinnovo del contratto del settore calzaturiero scaduto da più di un anno. L’intesa, che interessa circa 80mila addetti impiegati in più di 5mila imprese, prevede un aumento complessivo pari a 90 euro (minimi e welfare contrattuale).
L’aumento sui minimi salariali è di 70 euro (al 4° livello), suddiviso in tre tranche: 25 euro dal 1° aprile 2017, altri 25 euro dal 1° aprile 2018, e i restanti 20 euro dal 1° aprile 2019.
Sul versante del welfare contrattuale, viene finalmente istituito il Fondo integrativo sanitario di settore: 12 euro a carico delle imprese, di cui 8 euro dal 1° gennaio 2019 e 4 euro dal 1° settembre 2019. Previsto inoltre un incremento (+0,5%, circa 8 euro), a partire dal 1 gennaio 2019, per il Fondo pensionistico complementare “Previmoda”, sempre a totale carico delle imprese.
Per tutte quelle imprese che ancora non esercitano la contrattazione di 2° livello, viene riconosciuto un elemento di garanzia retributiva: 200 euro dal 2017, 250 euro dal 2018, 300 euro dal 2019.
“Anche in questo contratto - dicono i segretari nazionali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, Stefania Pomante, Mario Siviero, Riccardo Marcelli - abbiamo superato numerose difficoltà, soprattutto in tema di salario, trovando una soluzione condivisa tra le parti e ripristinando quel clima di buone relazioni industriali solido e partecipativo che ha contraddistinto il settore in tutti questi anni. L’impegno sottoscritto per un protocollo sulla legalità - aggiungono soddisfatti - è un segnale importante e qualificante perché testimonia una convergenza tra associazioni imprenditoriali e sindacati non solo di interessi ma anche di principi. Ora - concludono i segretari - il reddito di migliaia di lavoratrici e lavoratori delle calzature e il loro welfare contrattuale è salvaguardato, dopo anni di crisi che lo aveva falcidiato”.
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