Stop questa notte alla trattativa per il rinnovo del Ccnl industria alimentare, scaduto il 30 novembre e che interessa circa 400.000 lavoratori. Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil giudicano insoddisfacenti le risposte fornite dalla controparte sul tema del salario e su alcune richieste contenute in piattaforma relative a istituti fondamentali del contratto.
I sindacati giudicano, in particolare, inaccettabile la pretesa di Federalimentare di voler concludere un accordo basato esclusivamente sulla penalizzazione complessiva delle retribuzioni a partire dal blocco degli scatti di anzianità e dall'eliminazione dei premi di produzione congelati. "Dopo 14 incontri tecnici - si legge in una nota unitaria -, iniziati nel mese di settembre, era stata programmata una seduta plenaria a oltranza di due giorni ma, durante una di queste sessioni, nella notte dell'11 gennaio, una parte della delegazione trattante di Federalimentare si è resa irreperibile.
"Questo comportamento - dicono Fai, Flai e Uila - ha ulteriormente esacerbato il clima della plenaria, alla quale hanno partecipato oltre 150 delegati provenienti da tutta Italia, che ha stigmatizzato l'atteggiamento della controparte che non vuole concedere nulla, malgrado il buon andamento del settore, testimoniato dai dati economici più recenti
"Abbiamo lavorato fino all'ultimo per scongiurare una rottura determinata da precise responsabilità della controparte, ma questa si è resa indisponibile a discutere su pezzi importanti della piattaforma, che costituiscono la base del rinnovo contrattuale", ha commentato in particolare Luigi Sbarra, Commissario nazionale Fai-Cisl e Segretario Confederale Cisl. "Da parte di Federalimentare - aggiunge il sindacalista - non c'è stato alcun dialogo su salario, welfare, appalti, formazione, mercato del lavoro, bilateralità. La controparte ha deciso così di ignorare le forti sollecitazioni arrivate dal mondo del lavoro e da migliaia di delegati, che nelle settimane scorse hanno dato vita nelle fabbriche a centinaia di assemblee e attivi unitari. Lavoratrici e lavoratori che hanno chiesto responsabilmente una accelerazione per arrivare all'accordo sul rinnovo in tempi stretti. La nostra era ed è una proposta responsabile, sostenibile, che va incontro anche alle esigenze delle imprese, coniugando competitività, produttività e crescita. Una piattaforma che non si limita a una giusta e legittima rivendicazione salariale, ma rilancia le relazioni industriali e la partecipazione come elemento cardine di uno sviluppo condiviso. Le preclusioni miopi e ideologiche di Federalimentare hanno reso la mobilitazione inevitabile. Le nostre iniziative di lotta sono la risposta necessaria non solo a rivendicare il sacrosanto e giusto diritto alla contrattazione, ma anche ad impegnare la parte datoriale a una seria riflessione. L'auspicio è che le controparti rivedano le proprie posizioni di chiusura pregiudiziale e si aprano al dialogo su basi nuove, responsabili, lavorando per far ripartire un confronto necessario per arrivare al rinnovo e dare risposte concrete alle attese dei lavoratori", ha concluso Sbarra.
La conseguenza? Pertanto, la delegazione trattante, unitamente alle rappresentanze nazionali di Fai, Flai e Uila, ha deciso di interrompere le trattative e di proclamare lo stato di agitazione del settore, con l'immediato blocco degli straordinari e di tutte le flessibilità e di programmare un fitto calendario di assemblee in tutti i luoghi di lavoro, un pacchetto di 4 ore di sciopero articolato a livello aziendale da effettuarsi entro il 22 gennaio e 8 ore di sciopero nazionale il 29 gennaio.
(Approfondimeno di Rodolfo Ricci domani su Conquiste Tabloid)