Città del Vaticano, 30 mag. (askanews) - "Nella vicenda di Londra ci sono finito per caso": così il finanziere Enrico Crasso, a lungo consulente della Segreteria di Stato vaticana, nel corso del processo vaticano dove è imputato con l'accusa di peculato, corruzione, estorsione, riciclaggio, truffa, abuso d'ufficio nel quadro della compravendita-truffa di un immobile al centro di Londra, a Sloane avenue 60.
"Andare a Londra è stato il più grande errore della mia vita", ha detto Crasso in risposta alle domande del pm Alessandro Diddi. "Dovevo rimanerne fuori".
"Non era di mia competenza dire se l'investimento di Londra fosse o meno un investimento a rischio. Non sapevo nulla dell'ipoteca di 75 milioni di euro. Nella vicenda di Londra ci sono finito per caso: mi è stato chiesto di recarmi a Londra per verificare alcune caratteristiche dell'investimento. Non so perché non mi sono tirato fuori, mi sono lasciato coinvolgere", ha detto Crasso, ex Credit Suisse.
Dalla Segreteria, ha detto peraltro, Crasso non ha "mai ricevuto alcun incarico formale". Il suo compito era gestire "fondi di investimento, non speculazione". Inoltre, il finanziere ha precisato: "Non potevo muovere un centesimo della Segreteria di Stato, né ero io il depositario finale dei contratti".
L'interrogatorio di Crasso proseguirà il 28 giugno