Un settore in crescita, che - anche dispetto della crisi - dà lavoro a 3,8 milioni di persone. Parliamo della White Economy, ovvero l’assistenza, la cura e il benessere delle persone. Un settore che, con un valore stimato pari a pari a 290 miliardi di euro l’anno, supera le costruzioni ed i trasporti ed è secondo solo al commercio. E’ quanto emerge da una ricerca realizzata dal Censis in collaborazione con Unipol e presentata oggi a Roma.
Il 42,2% del valore della produzione - si legge in una nota del Censis - è attribuibile ai servizi sanitari, il 17,9% alle attività pubbliche di gestione e regolazione nei settori della sanità, assistenza e previdenza, il 17,7% all’industria del farmaco e delle attrezzature medicali, il 10,6% alla previdenza complementare e alle assicurazioni del ramo salute, il 10,4% alle attività di personal care, l’1,1% all’istruzione universitaria negli ambiti considerati. In questo campo - prosegue la nota - la produttività (il valore aggiunto generato dalle attività comprese nella filiera rapportato al numero di persone che vi lavorano) è di 60.000 euro per addetto: un dato che colloca la White Economy sopra agricoltura, costruzioni, ristorazione e commercio.
La ricerca che sarà presentata domani a Roma sottolinea come la spesa sanitaria pubblica italiana sia pari al 6,8% del Pil , un valore più basso di quello di Francia (8,6%), Germania (8,4%) e Regno Unito (7,3%). La spesa sanitaria privata ammonta invece al 2% del Pil, un valore inferiore alla media dei Paesi Ocse (2,4%) e al dato di tutti i Paesi europei più avanzati. La quota di spesa privata intermediata da soggetti economici specializzati, come le compagnie assicurative, è pari oggi al 18% del totale della spesa sanitaria privata. E con l’allungamento della vita media, continua a crescere la domanda di cure e di assistenza. Per la Fisascat, la federazione del commercio, turismo e servizi della Cisl, in questo scenario, i fondi sanitari integrativi di origine contrattuale potranno rivestire un ruolo di primo piano. “Attraverso la contrattazione è possibile creare «welfare» in grado di coprire i bisogni sanitari in accordo programmato con il Servizio Sanitario pubblico – ha dichiarato il segretario generale della categoria cislina Pierangelo Raineri – Come sindacato abbiamo l’obiettivo di costruire e sviluppare un sistema di long term care che possa garantire a chi ha un lavoro la possibilità di assicurare, a se e alla propria famiglia, una vecchiaia decente”. Un obiettivo che per la Fisascat Cisl può essere raggiunto “tramite sistemi bilaterali partecipativi di origine contrattuale che prevedano di destinare parte della retribuzione realizzata in età produttiva a tutela delle proprie necessità assistenziali in età avanzata, contribuendo peraltro alla creazione di una nuova occupazione nel settore dell’assistenza alla persona”.
(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)