Per i lavoratori Whirlpool arriva il giorno dello sciopero generale e di sicuro non passa inosservato.
"Siamo in duemila, tutti uniti contro un piano industriale inaccettabile". È quanto afferma una delegata sindacale della Whirlpool della Lombardia, accogliendo il corteo dei lavoratori che ha raggiunto lo stabilimento di Comerio (Varese) sotto ai busti silenti dei tre fondatori della Ignis: Guido, Giovanni e Giuseppe Borghi. Da Caserta sono arrivati otto pullman, uno da Napoli, due da Fabriano (Ancona) e uno da None (Torino). Chiuso lo stabilimento varesino i cui dipendenti hanno partecipato in massa al corteo. Sono attesi ora gli interventi dei segretari generali di Fim, Fiom e Uilm Marco Bentivogli, Maurizio Landini e Rocco Palombella. A fianco dei lavoratori della Whirlpool di tutta Italia hanno partecipato anche tre sindaci con tanto di fascia tricolore. Si tratta dei primi cittadini di Ternate e Biandronno (Varese), Enzo Grieco e Sandra Scorletti: lo stabilimento Whirlpool di Cassinetta si trova proprio al confine tra i due comuni. Insieme a loro Silvio Aimetti, primo cittadino di Comerio dove è giunta la manifestazione partita stamane da Gavirate, percorrendo la statale 394 chiusa al traffico per l’evento.
"La grande partecipazione allo sciopero ed alla manifestazione di Varese dei lavoratori di Whirlpool deve indurre l’azienda a fare un passo indietro, ritirando i licenziamenti e presentando un nuovo piano produttivo che riporti in Italia le produzioni, salvaguardi l’occupazione e dia una prospettiva di sviluppo a tutti gli stabilimenti del paese". È questo l’appello del segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, che esprime così "pieno sostegno alla sciopero". La Cisl, prosegue Furlan, "è accanto a tutte le lavoratrici e lavoratori della Whirlpool in questa difficile vertenza in cui c’è una positiva unità di azione del sindacato. L’azienda non può fare orecchie da mercante ma deve presentare al sindacato un piano industriale efficace e credibile valorizzando la logistica e le competenze professionali dei lavoratori. Anche il Governo deve fare di più, intervenendo a garanzia dell’intesa siglata nel dicembre 2013, affinchè tutti i siti abbiano una missione produttiva. Noi non vogliamo assistenzialismo, ma sviluppo produttivo e salvaguardia dell’occupazione". Per il leader Cisl, infine "chiudere gli stabilimenti, in particolare nel Mezzogiorno, significa fare un regalo alla malavita e alle mafie che lucrano sulla disperazione della gente e di chi perde il lavoro".
Un piano industriale che "prevede investimenti, ma anche un bollettino di guerra". È il giudizio di Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl che ha guidato il corteo di lavoratori Whirlpool a Gavirate a Comerio. "Gli esuberi sono 2.060 - aggiunge - e non è così che si salva un’azienda. I lavoratori sono uniti - spiega - perchè sanno bene che quando un’azienda non rispetta gli accordi sindacali, chi oggi è al riparo, domani sa di non esserlo più".
"I lavoratori - aggiunge Bentivogli - dal Nord al Sud rifiutano l’assistenzialismo e vogliono continuare a rimboccarsi le maniche per portare a casa il loro stipendio". Secondo Bentivogli si è aperta una prospettiva su None (Torino) con la cessione all’azienda None Logistica ma "non basta". Quella di oggi, a suo dire "è la risposta all'azienda che in questi giorni ha investito moltissimo nella divisione dei lavoratori, una risposta unitaria e di solidarietà".
"Il caso Whirlpool rappresenta la parabola delle imprese di capitalismo italiano di seconda generazione". Sostiene ancora il leader fimmino, "inito quello di relazione gode di ottima salute il capitalismo dell’irresponsabilità". Secondo Bentivogli, inoltre "non bisogna più permettere a una multinazionale che il nostro paese diventi terra di conquista, da sfruttare per poi fare le valige con le tasche piene di soldi". A suo avviso "il piano di Whirlpool è troppo fumoso per essere praticabile e l’elemosina Whirlpool se la può tenere in tasca perchè non sappiamo che farcene. Davanti alla vostra sede - ha concluso - è sfilata oggi l’Italia migliore, quella che non si rassegna alla disoccupazione".