La Cisl è pronta per il patto sociale. Al centro del quale devono esserci le riforme del fisco, delle pensioni, del lavoro. Accompagnando con una governance partecipata l'attuazione del Pnrr; ragionando su un nuovo modello di politica dei redditi; contrastando disuguaglianze, povertà, precarietà.
E chiede a tutti gli interlocutori altrettanta convinzione. “Al Governo diciamo che è arrivato il momento di fare un passo in più. Anzi, due. Quello immediato, di merito, della piena attuazione degli impegni presi. E poi quello decisivo, di metodo, di un di grande accordo che indichi obiettivi strategici condivisi, stabilisca affidamenti e regole certe sul percorso riformatore”.
La Cisl vuole cambiare questo sistema fiscale, “tagliando le tasse a lavoratori dipendenti, pensionati e famiglie, a chi le paga ogni anno fino all'ultimo centesimo”. L'obiettivo è “tutelare il potere d'acquisto di salari e pensioni, falcidiato dalla fiammata inflazionistica, dall'aumento dei costi dell'energia e dei beni alimentari. Dobbiamo sostenere e stabilizzare la crescita. Fare questo significa agevolare la ripartenza dei consumi salvando migliaia di piccole imprese che lavorano per il mercato domestico”.
E serve una vera azione di contrasto all'evasione fiscale “che costa 100 miliardi di euro l'anno di introiti nelle casse dello Stato”. Da Sbarra un appello: “Fate subito una legge per sanzionare se dovesse servire anche con la galera i datori di lavoro che usano il lavoro sommerso, che sfruttano le persone, che negano diritti, che non applicano i contratti e la legislazione sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Non basta una sanzione pecuniaria o amministrativa, si allarghi a tutti i settori il contenuto della legge contro il caporalato in agricoltura. Aumentate i controlli, fate più verifiche e ispezioni e rafforzate gli organici, ridotti all'osso”.
Sulle pensioni, il numero uno di Via Po si rivolge al ministro del Lavoro Orlando sollecitando l'immediata ripartenza del tavolo politico per cambiare sistema previdenziale: “Basta con riunioni istruttorie e di natura tecnica, dobbiamo introdurre elementi di equità, sostenibilità, giustizia sociale. Avete le nostre proposte da lungo tempo, sapete le nostre priorità: cominciamo a stringere per arrivare a soluzioni concertate per spezzare quel muro della legge Fornero”.
Altro dossier caldo, la scuola. “Sono stati fatti due accordi di straordinaria importanza, chiediamo vengano applicati e rispettati fino in fondo. Siamo vicini alla Cisl scuola che si sta avvicinando alla giusta e sacrosanta mobilitazione generale del 30 maggio, che ha l'obiettivo di sbloccare finalmente gli investimenti, le assunzioni, le stabilizzazioni per valorizzare la contrattazione per migliorare i salari delle donne e degli uomini che animano le nostre comunità”.
Sarà una grande mobilitazione, quella della scuola. Perché la Cisl non rinnega certo il conflitto, quando è necessario: ma non lo innalza a ideologia, a totem. Un messaggio chiaro e forte diretto a Cgil e Uil. Per stare insieme, scandisce Sbarra, “bisogna superare una volta per tutte le incrostazioni di un modello sindacale antagonista e massimalista. Se non vogliamo isolare il mondo del lavoro, nel momento in cui si decide il futuro del nostro Paese e dell'Europa, se non vogliamo che i processi di riforma siano decisi in stanze chiuse, noi dobbiamo esserci. Esserci per cambiare l'Italia e l'Europa”. A Cgil e Uil l'invito: “No alle fughe in avanti e alle bandierine. Costruiamo insieme il campo riformista di questa nuova cultura del lavoro. Noi siamo su questo sentiero, vi aspettiamo. Ma sappiamo benissimo anche andare per conto nostro se fosse necessario”. Perché “non si può parlare di un cammino unitario e poi dire no al patto sociale. Non si può richiamare il ruolo della partecipazione e poi invocare leggi che aboliscono le prerogative della contrattazione”. Insiste Sbarra: “Non servono leggi sulla rappresentanza, non servono norme legislative sul salario minimo, sono materie che devono restare di pertinenza del libero e autonomo incontro negoziale. La soluzione ai salari, al dumping salariale a volerla trovare è davanti agli occhi di tutti. I contratti pirata vanno combattuti estendendo i contenuti contrattuali maggiormente rappresentativi in ogni settore e in ogni comparto di riferimento. Il Governo vuole sapere quali sono questi contratti maggiormente rappresentativi nei settori di riferimento? Vada all'Inps, non in Parlamento. Scoprirà l'incredibile: e cioè che i contratti di riferimento maggiormente sono quelli firmati e sottoscritti da Cgil Cisl e Uil e quelli firmati dal sindacato confederale”.
Il leader della Cisl non molla sul tema: “Sarò pessimista, ma io ho una paura incredibile di delegare a Governi e Parlamenti pezzi di sovranità che abbiamo conquistato con quasi 70 anni di impegno sociale e sindacale in questo Paese, una condizione che ci rende unici in Europa e anche nel mondo. Questa sovranità non va delegata al Parlamento per farla diventare merce di scambio elettorale”.
E allora “guardiamo al modello Ciampi '93, ma ricordando anche quello che è successo nel 1984. Determinati a fare quello che serve con chi ci sta per salvare questo Paese”. Sbarra cita Ezio Tarantelli: “Quando si è convinti di quello che si fa bisogna andare avanti e avere coraggio: chi oggi non capisce, capirà”.
Giampiero Guadagni