Il governo italiano istituirà una Commissione tecnica, formata da esperti del settore, sui fenomeni di radicalizzazione in Italia. Lo hanno riferito i capigruppo parlamentari che hanno partecipato stamattina a palazzo Chigi al vertice su terrorismo e sicurezza. "E' una buona notizia", ha detto in particolare la capigruppo di Si al Senato, Loredana De Petris. Alla riunione hanno partecipato tutti i capigruppo di maggioranza e opposizione, tranne i rappresentanti della Lega che hanno annunciato la loro assenza in polemica con il governo. Nell’ultimo anno si sono già svolte diverse riunioni di questo tipo: nelle altre occasioni non si era registrata nessuna assenza polemica. Per il governo erano presenti al vertice il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, il ministro dell’Interno Angelino Alfano e il sottosegretario ai Servizi Marco Minniti.
Obiettivo: fare il punto dopo la strage di Nizza ma anche la Turchia dopo il fallito golpe.
La segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, aveva già espresso la sua preoccupazione in un editoriale pubblicato ieri sull’Unità. "La comunità internazionale e l'Europa devono mobilitarsi ora contro ogni forma di violenza e di fanatismo religioso, respingendo l'ondata di terrore e di morte che insanguina le città europee". Questo l'appello della leader di Via Po. "Occorre una risposta forte e chiara, senza equivoci. Non possiamo rinchiuderci in casa o farci intimidire. Dobbiamo diffondere in ogni ambito della nostra società, i valori universali di civiltà, democrazia, libertà di espressione, rispetto per la vita umana. Non bisogna rispondere all'odio con ulteriore odio o con la violenza. Sarebbe un errore storico innalzare oggi steccati ideologici o religiosi, fare leva sulle chiusure nazionalistiche o sulla risposta xenofoba. Il terrorismo e la paura vanno combattuti con fermezza, ma attraverso l'unità delle forze democratiche, con il dialogo costante e la collaborazione fra tutte le comunità etniche, a partire da quella musulmana, e soprattutto con la cooperazione tra i corpi europei di polizia e di intelligence", aggiunge la leader della Cisl. "La cultura della pace, della tolleranza e della integrazione sono gli strumenti su cui l'Europa deve ritrovare la sua unità per combattere oggi il terrorismo. Questo vale anche per la Turchia che deve essere sostenuta in una fase indubbiamente difficile per ritrovare la sua vocazione alla democrazia ed al rispetto dei diritti umani, civili e sindacali. Per questo, oggi più di prima, occorre una grande alleanza tra i Governi europei in modo da contrastare la violenza in tutte le sue forme, rimettendo al centro i grandi valori della coesione, della giustizia sociale, del lavoro come opportunità di inclusione e di riscatto, nel rispetto delle diverse identità. La politica della sicurezza deve essere accompagna da una politica di inclusione - sottolinea la Furlan - Bisogna lavorare nelle periferie per i diritti di cittadinanza, in modo che le "seconde generazioni" si sentano italiane ed europee e non crescano nel rancore. Questa è la battaglia culturale che deve fare anche tutto il sindacato europeo, a partire dalla scuola e nei posti di lavoro, per far passare nella società un sentimento positivo di solidarietà, di rispetto per la persona umana, di argine nei confronti dei "predicatori" della violenza e della morte. Basta con l'ambiguità e i tentennamenti. Solo se saremo davvero uniti potremo vincere questa difficile battaglia contro un nemico oscuro, subdolo, che vuole seminare il panico e l'insicurezza in Europa ed in tutti i paesi del mondo" , conclude.
A Nizza, intanto, oggi è il giorno dell’omaggio alle vittime. Circa 15 mila le persone che sono scese in piazza, al Monument du Centenaire, a pochi passi dalla Promenade des Anglais. Alta la tensione in piazza con fischi e urla contro i politici, in particolare contro il premier Manuel Valls, che sono proseguiti a lungo. Lunghi applausi invece per i vigili del fuoco.
In Turchia, invece, proseguono gli arresti e la rimozione di poliziotti, militari e funzionari pubblici considerati fiancheggiatori dei golpisti. Il numero dei morti, intanto, è salito a 312 e a 1.491 quello dei feriti. La cifra è stata aggiornata stamane dal premier Binali Yildirim, secondo cui le vittime sono 145 civili, 60 poliziotti e 3 soldati. A queste, vanno aggiunti almeno 104 morti confermati in precedenza tra i militari golpisti. Unione europea e Usa sono uniti nel chiedere che Ankara "rispetti la democrazia, le libertà fondamentali e lo stato di diritto" nella risposta al tentativo di golpe. Lo hanno dichiarato l'Alto rappresentante europeo, Federica Mogherini, ed il segretario di Stato americano, John Kerry, nella conferenza stampa congiunta dopo la colazione di lavoro di Kerry con i 28 ministri degli Esteri Ue. Kerry ha aggiunto che "la Nato valuterà molto attentamente cosa sta succedendo in Turchia". Mogherini, dal canto suo, ha ricordato ad Erdogan che "nessun paese può diventare membro della Ue se introduce la pena di morte". L'alto rappresentante per la politica estera europea ha aggiunto anche che "la Turchia fa parte del Consiglio d'Europa e in quanto tale è legata alla Convezione sui diritti umani". E ribadisce: "Siamo stati i primi a sottolineare la necessità di proteggere le istituzioni democratiche, ma non ci sono scuse per allontanare il Paese dai diritti fondamentali e dallo Stato di diritto".