A Roma la cultura non si fa solo con il Teatro dell'Opera, ma anche con i tanti luoghi di spettacolo dal vivo privati che lanciano il loro grido d'allarme all'amministrazione capitolina per chiedere di non dimenticarsi di loro e "spartire le risorse in modo più equo tra gli enti culturali pubblici e noi privati". Dal Sistina all'Agis Lazio, dai sindacati all'Unione teatri chiusi, dall'Unione teatri romani a diverse realtà territoriali, come Cresco Lazio e il coordinamento spettacolo dal vivo della regione Lazio, sono molte le realtà intervenute ieri in commissione capitolina Cultura, presieduta da Eleonora Guadagno. La presidente si è impegnata a sostenere l’apertura di un tavolo tecnico permanente per approfondire e trovare soluzioni concrete tali da far riaprire i teatri della Capitale. E se Guadagno ha promesso "una commissione proprio sul Teatro di Roma entro il mese", Gigi Pezzini, della Fistel Cisl, è tornato a battere sulla necessità di una maggiore presenza dello Stato sulla cultura, per evitare "il disequilibrio tra fondi ai pubblici e quelli ai privati che vivono in precarietà". Maggiore allineamento tra i provvedimenti della Regione e del Comune ha chiesto anche il Coordinamento dello spettacolo dal vivo della regione Lazio.
La Cgil ha rivolto al Campidoglio la richiesta di "focalizzarsi maggiormente sulla promozione e la valorizzazione dei teatri privati, visto che quelli pubblici ricevono già i finanziamenti. Che poi vanno anche controllati, perchè non è pensabile che chi prende soldi pubblici poi non paga compagnie e lavoratori".
E ancora: in vista delle riaperture secondo il sindacato "bisogna fare un accordo con il Comune sulla sicurezza dove siano tutti coinvolti".
Anche per la Uil la "paura" è di non riuscire ad aprire in sicurezza. "La riapertura potrebbe diventare una chiusura per alcuni, e per questo "servono ammortizzatori sociali". "Perplessa su tutto" invece l'Unione dei teatri di Roma: "Con incontri di 5 minuti non credo che possiamo portare alcun contributo per i tantissimi problemi che ci sono, ma credo che un confronto con gli operatori è fondamentale perchè il teatro privato a Roma significa tantissimo anche in termini di occupazione".
"Abbiamo ascoltato dai diretti interessati quali sono le criticità - spiega ancora la presidente - anche sui protocolli in corso di definizione per riprendere gli spettacoli garantendo la sicurezza del pubblico e dei lavoratori".
"Sul piano nazionale servono fondi dal Governo per affrontare questa emergenza - spiega la presidente Guadagno - Roma Capitale, a causa della crisi, dovrà fare a meno delle entrate provenienti dalla tassa di soggiorno, molte delle quali venivano impiegate nel nostro bilancio culturale. Abbiamo un dialogo aperto con l'esecutivo e con il ministro Franceschini. In ogni caso avanzeremo alla Giunta capitolina la richiesta di valutare un'integrazione delle risorse destinate al settore culturale. Sulla tassazione siamo vincolati alle scelte che saranno fatte a livello nazionale. Per quel che ci compete stiamo lavorando sull'Osp, daremo massima disponibilità per l'utilizzo di spazi esterni e pubblici e faremo il possibile per venire incontro alle esigenze degli operatori".
"Altro tema su cui cercheremo di incidere è la sburocratizzazione e l'utilizzo
dell'autocertificazione per sveltire al massimo la durata dei procedimenti e dei pagamenti dovuti da Roma Capitale - aggiunge Guadagno. Rispetto ai bandi in corso, o previsti per quest'anno, soprattutto nell'immediato per la stagione estiva, gli operatori hanno espresso preoccupazione sulla copertura dei costi, vista la scarsa liquidità prevedono di disporre, prospettiva che condividiamo. Nell'ambito del nuovo Regolamento per la concessione di contributi a sostegno delle attività culturali - conclude - avevamo già innalzato la percentuale di copertura, ma visto l'attuale periodo di difficoltà, valuteremo se è possibile innalzare ancora la percentuale del contributo al 95%".