A 38 anni dalla strage della stazione, Bologna si è nuovamente fermata. Come tutti gli anni Cgil, Cisl e Uil hanno dato vita ad un’iniziativa unitaria per commemorare le vittime. Un’iniziativa che serve a congelare il tempo e ad impedire che la memoria di quanto accaduto si disperda. Come il famoso orologio, fissato sulle 10 e 25, divenuto il simbolo di una tragedia che ha spezzato 85 vite innocenti. Il simbolo, come ha ricordato oggi il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, "di un dovere morale di vigilanza che è parte del nostro essere cittadini, di una incessante ricerca della verità che non si fermerà davanti alle opacità rimaste".
L’impegno a ricercare la verità è stato anche il filo rosso che ha caratterizzato tutti gli interventi istituzionali, dal ministro della Giustizia Bonafede al presidente della Camera Fico, al segretario del Pd Martina. Un impegno oggi richiesto nuovamente con forza dal presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime della strage del 2 agosto, Paolo Bolognesi. Il rappresentante dei familiari delle vittime ha chiesto la piena applicazione della direttiva Renzi sulla desecretazione degli atti sulle stragi e della legge del 2004 sui risarcimenti per i parenti. Bolognesi ha poi ringraziato Bonafede (è la prima volta che un un ministro della Giustizia è intervenuto nel parlamentino bolognesi) spiegando che la sua presenza "è un segno di attenzione che i familiari delle vittime gradiscono". "Ci attendiamo risposte da lei e soprattutto che le cose promesse qui saranno mantenute. Se ci saranno fatti positivi - ha sottolineato il presidente dell'Associazione dei familiari - non avremo nessun problema nel dire che il governo ha lavorato bene. Ma se promesse non saranno mantenute lo diremo in modo pesante - ha concluso - così come abbiamo fatto con i suoi predecessori".
( Approfondimento domani su Conquiste Tabloid )