Cgil, Cisl e Uil sono scese in piazza in tutta Italia per un "protesta day" sotto l’insegna #unionefalascuola. Due i motivi dell’iniziativa: la contestazione della riforma della Buona Scuola e la richiesta di rinnovare il contratto, "fermo da 6 anni".
"Non si capisce come faccia la ministra Giannini a dire che nella scuola tutto va per il meglio, con un avvio d’anno segnato come non mai da difficoltà e disfunzioni di vario genere, che in occasione della manifestazione del personale ATA sono state denunciate con forza dalla delegazione di lavoratori che ha incontrato l’Amministrazione", tuona Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola. "Il Governo non faccia orecchie da mercante. Rinnovi il contratto per ridare la giusta dignità al lavoro nella scuola", aggiunge la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, sollecitando lo stanziamento nella legge di stabilità di maggiori risorse per il rinnovo dei contratti di lavoro e per cambiare la legge 107 sulla Buona Scuola. "Dalle tante manifestazioni unitarie dei sindacati scuola che si sono svolte, è venuta forte la richiesta di cambiare la pessima legge sulla scuola e di rinnovare il contratto nazionale. Le scelte del Governo vanno in senso opposto", fa notare Domenico Pantaleo, della Cgil.
È prioritario - affermano i segretari generali di Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda in una nota unitaria - ripartire dalle professionalità di chi lavora nella scuola per risolvere le tante criticità che la legge 107 e quella di Stabilità per il 2015 hanno già creato e possono creare. Di quelle leggi puntiamo a ottenere le modifiche necessarie per evitare che producano i loro effetti più deleteri. Vogliamo difendere e valorizzare gli spazi della contrattazione e della collegialità, garantendo partecipazione e libertà. Chiediamo la stabilizzazione dei precari docenti e Ata, ingiustamente esclusi dal piano delle immissioni in ruolo, per dare certezza e continuità al lavoro anche alla luce della sentenza della Corte di Giustizia Europea. Chiediamo - proseguono - il rinnovo del contratto nazionale, riconosciuto come diritto di tutti i lavoratori pubblici dalla Corte Costituzionale. Giudichiamo inaccettabile la decisione del Governo di stanziare solo 200 milioni, nella legge di Stabilità 2016, per il rinnovo dei contratti pubblici. I lavoratori della scuola vivono una gravissima emergenza retributiva e non meritano di essere ulteriormente umiliati con stipendi inadeguati, mancata valorizzazione professionale e cancellazione di diritti. Il 24 ottobre le manifestazioni indette in tutti i territori andranno a comporre il mosaico delle nostre richieste, rendendo forte e visibile la presenza di una scuola che, unita, non si arrende. Se le voci della scuola non troveranno ascolto, la mobilitazione - avvertono i sindacati - continuerà perchè la scuola pubblica è un patrimonio del Paese che non può essere dilapidato".