Il presidente del Consiglio ha ricordato come ”con una media di oltre tre morti al giorno l’Italia si conferma in una posizione molto distante dalla Germania e poco meglio della Francia”, per cui è necessario ”investire nella cultura della prevenzione ma anche della vigilanza”. In questo senso ”il Governo ha convocato una cabina di regia per il rafforzamento dell’attività ispettiva con i prossimi provvedimenti legislativi” e tutto questo ”si inserisce in quanto previsto anche nel Pnrr”, che dedica una specifica linea di riforma proprio alla lotta al lavoro sommerso e al potenziamento delle attività di vigilanza. Prevista una strategia d’azione per rafforzare l’Ispettorato nazionale del lavoro, quale agenzia nazionale per la vigilanza sul lavoro”. Spiega più nel dettaglio il premier: ”Sono state già avviate le procedure per l’assunzione di 1.084 unità di personale nel corpo dell'Ispettorato del lavoro e, a legislazione vigente, è prevista la possibilità di assumere altre 1.000 persone, a fronte delle 4.500 unità di personale attualmente in servizio. A queste devono aggiungersi le ulteriori assunzioni che potranno essere effettuate con le risorse presto stanziate in un prossimo provvedimento normativo. Questo ci si deve augurare, permetterà un significativo rafforzamento delle attività di ispezione e vigilanza nei luoghi di lavoro”.
Quella degli incidenti e dei morti nei cantieri, nelle fabbriche, nei campi e in tutti i luoghi di lavoro è una emergenza nazionale, era stato in mattinata il messaggio forte e chiaro lanciato ieri da Cgil, Cisl e Uil all’assemblea nazionale unitaria sul tema, con i segretari generali Landini, Sbarra e Bombardieri, insieme ai delegati ed ai rappresentanti per la sicurezza. “La ripartenza deve essere fatta insieme e non passando sui corpi. Basta versare altro sangue sul lavoro”, ha detto il leader Cisl Sbarra, che ha rilanciato una cabina di regia a Palazzo Chigi per un patto sulla sicurezza. Sbarra ha ricordato che ”c’è tanta rabbia e sgomento in queste settimane di chi da tanto tempo si mobilita per abbattere un muro di convenienze, profitti, inerzie e connivenze. Non dobbiamo abbassare la guarda e dobbiamo fermare questa strage silenziosa”. Per Cgil Cisl e Uil serve dunque un nuovo Patto da raggiungere per connettere il riscatto economico al protagonismo sociale, la centralità della persona che lavora”. L’iniziativa di ieri rappresenta dunque l’apertura di un fronte di lotta e di mobilitazione che coinvolgerà tutti i territori e che a livello nazionale vedrà impegnati i sindacati confederali in tre iniziative unitarie il prossimo 20 maggio.
Giampiero Guadagni