Stop alle aziende che non assicurano il rispetto delle regole per la sicurezza e tutela della salute sul posto di lavoro. Via alla possibilità, per i lavoratori delle aree più colpite dal Coronavirus di misure aggiuntive specifiche, a partire dal tampone, per le quali il datore di lavoro fornirà la massima collaborazione. Per tutti gli altri lavoratori, invece, sarà di fatto il medico competente a poter suggerire l'adozione di eventuali mezzi diagnostici ritenuti utili al contenimento del virus, all'interno delle indicazioni delle autorità sanitarie.
È questa la mediazione sui punti più controversi raggiunta nella mattinata di venerdì dopo 17 ore di serrato confronto da imprese e sindacati, con l'apporto del governo, sulle integrazioni al Protocollo per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid -19. Sarà fronteggiata così la fase 2 che da 4 maggio prevede la fine del lockdown per molte aziende, manifattura, costruzioni nonché di alcuni servizi e di qualche attività commerciale collegata alle imprese che riapriranno.
Cgil, Cisl e Uil sono riuscite ad ottenere una maggiore ”cogenza” dell’accordo. ll governo infatti ha aperto alla possibilità di inserire il Protocollo in appendice in un prossimo Dpcm, cosa che darebbe all’intesa una esigibilità più forte nei confronti delle aziende.
Ad essere riscritti anche alcuni passaggi relativi al trasporto e allo smart working. Nel capitolo dedicato alla mobilità infatti è auspicato l’incentivo a forme di trasporto sul luogo di lavoro da parte delle aziende.
Quanto allo smart working, resta tra le possibilità da percorrere: semplificata e riscritta la previsione che l’azienda possa dover rafforzare le misure di supporto per la prevenzione dei rischi connessi a questa tipologia di lavoro, fornendo assistenza nell'uso di apparecchiature e software nonché dagli strumenti di videoconferenza.
Soddisfatta la ministra del Lavoro Catalfo.
Il testo è salutato positivamente da tutti i firmatari, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confindustria, Rete Imprese Italia, Confapi, Alleanza cooperative, Confimi, Federdistribuzione e Confprofessioni.
Commenta la leader Cisl Furlan: ”L’accordo riassume le indicazioni di Inail e comitato Tecnico Scentifico ed al tempo stesso rafforza ed amplia i contenuti del Protocollo del 14 marzo per le misure di contrasto e contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro”. Aggiunge Furlan: ”Dopo un negoziato molto lungo e complesso con le associazioni datoriali abbiamo trovato una sintesi equilibrata e responsabile attraverso l'inserimento di azioni e procedure molto innovative necessarie al miglioramento degli interventi finalizzati a garantire regole e condizioni stabili per la sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro”.