Domenica 8 settembre 2024, ore 1:42

Attualità 

Sanità, scontro politico 

Alla vigilia del voto europeo e amministrativo, ancora dura polemica politica sul tema sanità. Dopo il via libera del Governo alle misure per ridurre le liste di attesa per visite ed esami, le opposizioni vanno all’attacco sulle risorse che mancano. E definiscono ”spottone da un miliardo” che meglio poteva essere impiegato per iniettare risorse fresche nel servizio sanitario in affanno la scelta di finanziare due centri per i migranti in Albania. Replica la premier Meloni: ”Le opposizioni fanno il loro lavoro, ma per quanto riguarda le risorse non è vero: questo è il Governo che ha messo sul fondo sanitario più soldi in assoluto, 134 miliardi non erano mai stati messi da nessuno, in più 500 milioni per le liste di attesa, altri 750 milioni con la revisione del Pnrr; e abbiamo stanziato altri 500 milioni con questo decreto nelle regioni del Sud per comprare i macchinari”. Aggiunge Meloni: ”La segretaria del Pd Schlein dice che la spesa sanitaria va portato al 7,5% del Pil. Servono 6,8 miliardi, ma Schlein non ci dice dove dovremmo prenderli. Li potevamo prendere sul superbonus, dove ci sono stati 17 miliardi di truffe, che non sono mia responsabilità”.
Da parte sua il Ministro Schillaci respinge l’accusa che i provvedimenti approvati dal Governo siano un favore al privato. ”È vero il contrario. Con le misure che abbiamo approvato contiamo di abbattere le liste di attesa che spingono milioni di cittadini a pagare il privato di tasca propria per aggirarle. Grazie a queste norme ci sarà un minore ricorso al privato, che quindi verrà penalizzato, e il pubblico rafforzato. Questa è la verità. Ricordo che nel decreto si prevede la nullità dei contratti per i privati che non mettono a disposizione nel Cup le prestazioni necessarie per curare i cittadini”.
Sul tema sanità interviene il segretario generale della Fnp Cisl Didonè: ”Le liste di attesa ci sono e non sono un invenzione dei soliti catastrofisti, i cittadini soprattutto pensionate e pensionati la vivono sulla propria pelle. I circa 4,5 milioni di italiani che rinunciano a curarsi non li ha inventati il sindacato ma sono dati Istat. È un dato di fatto che oggi chi ha i soldi può saltare le liste di attesa e chi non li ha rinuncia a curarsi. Non è giusto per un pensionato che ha versato tutte le tasse in questo Paese e si aspetterebbe un servizio sanitario adeguati dopo tanti anni di contributi”. Aggiunge Didonè: ”Ma grazie anche all’operato del sindacato ai tavoli di confronto istituzionali, all’ascolto delle persone, al creare opinione pubblica tra i cittadini, oggi possiamo affermare che anche per il Governo il tema delle liste di attesa in sanità esiste e ne prende atto per cercare di trovare risposte strutturali in tempi auspichiamo normali. Non era così scontato tenuto conto che queste criticità non sono di oggi ma arrivano da molto lontano e sono state lasciate peggiorare giorno dopo giorno, con l'assordante silenzio di regioni, ministero, ordini professionali e molti altri addetti ai lavori”. Conclude il leader della Fnp: ”Ora occorre affrontare seriamente il problema, monitorare le dimensioni del fenomeno, analizzare le diverse criticità territoriali tra regione e regione, trovare risorse e personale se occorrono e dove occorrono. Insomma, meno polemiche e più fatti”.
Giampiero Guadagni

( 6 giugno 2024 )

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