Lunedì 25 novembre 2024, ore 7:06

Attualità 

Sanità, grande partecipazione allo sciopero dei lavoratori somministrati

di Cecilia Augella

Grande partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori somministrati in sanità allo sciopero generale indetto da Felsa Cisl, NidiL Cgil e UilTemp. Un grido comune rilanciato con forza dalle piazze e finora rimasto inascoltato. Una mobilitazione molto importante per rivendicare, nel pieno rispetto del principio di parità di trattamento, il giusto riconoscimento ai professionisti della sanità che hanno contribuito, assieme ai dipendenti delle strutture del servizio sanitario nazionale, alla complessa gestione dell’ emergenza sanitaria Covid 19, mettendo a disposizione la propria professionalità, in molti casi anche nella completa incertezza occupazionale, in quanto titolari di contratti di lavoro a termine. Un impegno però di cui finora sono risultate “irriconoscenti” le Regioni, che nella maggior parte dei casi escludono questi lavoratori e queste lavoratrici dal riconoscimento delle premialità, invece previste per i dipendenti diretti e lo Stato che ancora oggi, attraverso le norme contenute nella cd Legge Madia, non riconosce l’esperienza di questa professionalità nelle quote di riserva previste per i processi di stabilizzazione. Soddisfatte le organizzazioni sindacali di categoria, le cui delegazioni sono state ricevute dal vice capo di Gabinetto vicario e dal direttore generale delle professioni sanitarie del ministero della Salute. È stata riconosciuta l'importantanza del lavoro svolto in questi mesi di pandemia e in generale dalle lavoratrici e i lavoratori somministrati presso la sanità pubblica. Inoltre è stato condiviso un percorso finalizzato a trovare soluzioni specifiche alle problematiche evidenziate alla base dello sciopero e delle manifestazioni odierne. Le organizzazioni sindacali hanno proposto di individuare fin da subito uno strumento normativo per riconoscere le indennità relative al periodo Covid nell'ottica della parità di trattamento. Il tema del superamento della discriminazione per l'accesso dei somministrati ai concorsi pubblici ha ricevuto altrettanta attenzione da parte del ministero che, avendo ben presente la problematica, si è impegnato per la ricerca di una soluzione condivisa specifica per il comparto sanitario.Un ringraziamento particolare a quanti hanno partecipato attivamente ai presidii e a coloro che non hanno potuto essere presenti nelle piazze a causa del contingentamento del personale previsto per i servizi pubblici essenziali: questo testimonia quanto le lavoratrici ed i lavoratori somministrati siano fondamentali per garantire il buon funzionamento del servizio sanitario nazionale. Un ringraziamento è stato espresso anche alle Confederazioni Cgil Cisl Uil per il sostegno attivo a questa complicata e importante vertenza.

 "Sono figure professionali indispensabili per il sistema Ssn - afferma il segretario generale Felsa Cisl, Mattia Pirulli - come testimoniato dalle numerose chiamate al servizio che non ha permesso ad oltre il 50% di loro di essere in piazza". "La soluzione c’è ed è percorribile - aggiunge Pirulli - consiste nel rispetto del principio della parità di trattamento fra lavoratori che svolgono le stesse attività presso le aziende ospedaliere o le aziende sanitarie locali: proprio per non dar luogo a irragionevoli discriminazioni, oramai superate dai tempi e dalla legge stessa, chiediamo che i Ministeri interessati e le Regioni ascoltino la voce di questi lavoratori - conclude - lodati durante l’epidemia e scaricati quando si è trattato di riconoscergli il lavoro svolto".
Cgil Cisl e Uil nazionali sostengono con forza la vertenza. "La lotta per il riconoscimento di maggiori tutele e di un'equa retribuzione è giustificata dall'enorme impegno messo in campo in questi mesi di emergenza, durante i quali questo personale, così come i lavoratori del sistema degli appalti, ha garantito il funzionamento del nostro sistema sanitario. Parliamo dei lavoratori somministrati impiegati nelle Asl e nelle Rsa che, oltre alle problematiche condizioni di lavoro, continuano a vivere anche una condizione di precarietà che deve essere superata al più presto. Chiediamo al ministro Speranza - concludono i sindacati - di stanziare per loro delle risorse "ad hoc".
 

( 24 luglio 2020 )

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