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Sanità 

Rsa Lombardia, prosegue la mobilitazione per un nuovo ”Patto per la salute” 

Lavoratori delle Rsa, pensionati e sindacalisti hanno manifestato ieri sotto Palazzo Lombardia per chiedere un nuovo "Patto per la salute", nel corso del primo dei tre presidi organizzati da Cgil, Cisl e Uil Lombardia, con le Federazioni che rappresentano i pensionati e tutti i lavoratori che a diverso titolo operano nel sistema sanitario e sociosanitario.
"Le Rsa non sono ospedali!" e "Testimoni della strage nelle Rsa: oltre 6mila vittime tra gli anziani" gli slogan scanditi nel corso della mattinata.
"Sarebbe stato necessario - hanno sottolineato i tre sindacati in una nota unitaria - che Regione Lombardia si occupasse dei circa 60mila anziani ospiti nelle Rsa lombarde, le persone più fragili e a rischio, così come di tutti gli operatori del comparto socio sanitario, per tenere l’epidemia fuori dalle strutture o per individuare i casi di infezione e limitare il contagio. Non è stato così".
Alle Rsa, ricordano i sindacati, sono stati dati protocolli di sicurezza inapplicabili e inapplicati: per tardive e scarse forniture sia di dispositivi di protezione, sia di test per il personale e gli ospiti; per difficoltà di attuare soluzioni organizzative anti-contagio, con procedure di sicurezza e di isolamento dei sintomatici; per insufficienti dotazioni organiche che si sono ulteriormente ridotte durante l’emergenza a causa della diffusione del contagio tra il personale delle Rsa.
"Regione Lombardia - afferma Pierluigi Rancati, segretario regionale Cisl Lombardia - ha preteso che gli ospiti sintomatici sopra i 75 anni fossero curati nelle stesse Rsa, deliberando anche di trasferirvi i pazienti ospedalieri positivi al Covid-19.
Per gli anziani a casa propria, con o senza sintomi da Covid-19, oppure con scompensi per altre patologie che avrebbero richiesto cure in ospedale, le cose non sono andate meglio, perché nemmeno si è realizzato un adeguato potenziamento nel territorio dell’assistenza domiciliare e della continuità assistenziale, peraltro insufficiente anche prima dell’emergenza epidemica".
"Ci sono state responsabilità rispetto all’esercizio delle funzioni di indirizzo, controllo e gestione delle Rsa che vanno considerate e sarà compito dell’Autorità Giudiziaria accertare e della politica rimediare - aggiunge Rancati.
Ma, prima di tutto, non si devono ripetere gli stessi errori, non vogliamo Rsa trasformate in hospice o "lazzaretti" per anziani e nemmeno in reparti ospedalieri. L’anziano che si ammala di Covid-19 deve essere curato in ospedale".
La mobilitazione prosegue oggi e martedì 23, quando sindacati e lavoratori della sanità lombarda torneranno a manifestare per la medicina del territorio e gli ospedali.
Al termine del percorso, le proposte di Cgil, Cisl e Uil Lombardia e delle Federazioni che rappresentano i pensionati e tutti i lavoratori del settore sanitario e sociosanitario, diventeranno il Manifesto del sindacato lombardo "Più sanità pubblica, più medicina di territorio, tutelando il lavoro nel sistema sanitario e sociosanitario", sul quale chiederanno l’apertura di un tavolo permanente di confronto con la Presidenza di Regione Lombardia, e che verrà indirizzato anche al Consiglio regionale e alle autorità sanitarie.

( 17 giugno 2020 )

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