Un nuovo tavolo con le parti sociali per il 2 settembre sulle politiche attive per il lavoro. Lo ha convocato il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, dopo aver avviato la presentazione della riforma degli ammortizzatori sociali. Le politiche attive interessano un altro ambito delle riforme sul lavoro in cantiere, e viaggeranno su un diverso binario rispetto alla riforma degli ammortizzatori che dovrebbe andare in legge di bilancio per le coperture ed essere pienamente operativa dal 1 gennaio del prossimo anno. Sempre per settembre, ancora sulle politiche attive, proseguirà il confronto con le Regioni e la riforma verrà portata in conferenza Stato-Regioni.
“Abbiamo espresso oggi al Ministro del Lavoro che in generale la riforma degli ammortizzatori prospettata risponde all’esigenza di un sistema di protezione universalistico, che resta basato su una assicurazione obbligatoria, con un forte legame tra sostegni monetari e politiche attive - afferma il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra - . I principi generali coincidono con l’impostazione della Cisl, vediamo anche accolte alcune richieste da noi poste nel corso degli incontri tecnici, ma dobbiamo ancora migliorare e rafforzare misure, strumenti, regole di utilizzo. E’ evidente che il passaggio al nuovo disegno va realizzato con la opportuna gradualità e che, in ogni caso, è indispensabile l’accompagnamento a carico della fiscalità generale almeno per un quadriennio. Senza conoscere gli importi e le disponibilità finanziarie che il Governo destinerà è impossibile per noi fornire un giudizio compiuto. Come del resto è assai difficile valutare gli interventi previsti senza conoscerne i costi, a regime, per il sistema lavoratori-imprese”.
Apprezzamento da parte della Cisl su diversi punti: il miglioramento del sistema di ammortizzatori in costanza di rapporto di lavoro nella direzione della universalità, in particolare ricomprendendo i datori di lavoro sotto i 6 dipendenti; l’ampliamento delle causali, con l’introduzione della cessazione di attività, una causale specifica per affrontare le transizioni e gli incentivi alla causale contratto di solidarietà; l’innalzamento del valore economico della prestazione; il potenziamento di Naspi e DisColl con particolare attenzione ai lavoratori discontinui; il sostegno al lavoro autonomo; il legame con le politiche attive.
“Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro - ribadisce Sbarra - apprezziamo che l’iniziale idea di ammortizzatore unico si sia positivamente evoluta nel modello di universalismo differenziato, che tiene conto delle differenti esigenze settoriali e dimensionali. Permane tuttavia una forte perplessità relativamente alla coesistenza di un ammortizzatore ordinario e di un ammortizzatore straordinario per tutti i datori di lavoro. Si rischia di introdurre nuove e maggiori aliquote contributive senza che ciò corrisponda ad una effettiva esigenza, con costi eccessivi proprio da parte di quei datori di lavoro che si vorrebbe sostenere".
Confartigianato condivide le linee guida della riforma “perché convinti della necessità di costruire un sistema di protezione sociale più inclusivo ed equo, attento anche alla sostenibilità per le micro e piccole imprese, ma - afferma Marco Granelli, presidente di Confartigianato, durante l’incontro di oggi . Restiamo in attesa di indicazioni determinanti sulla contribuzione”. Granelli si riserva quindi in un secondo momento di valutare l’impatto sul costo del lavoro e plaude all’impegno di rafforzare il collegamento tra gli ammortizzatori sociali e le politiche attive del lavoro, “percorso - dice - da fare in sinergia con i Fondi interprofessionali”.
Per il presidente di Alleanza Cooperative, Mauro Lusetti “il documento predisposto dal Ministero del lavoro segna certamente un passo in avanti, recependo alcune nostre proposte (tra le quali un meccanismo premiale in caso di mancato ricorso agli ammortizzatori sociali, il riconoscimento dei 'workers buyout' quali strumenti di politica attiva del lavoro, l'attribuzione di risorse aggiuntive ai fondi paritetici interprofessionali qualora realizzino percorsi di formazione per lavoratori in cassa integrazione), ma lascia irrisolti diversi aspetti importanti per i quali avevamo manifestato la nostra preoccupazione, primo tra tutti il tema della contribuzione, sia in termini di quantum che di soggetto contributore”.
Quanto al Fei (Fondo Emergenziale Intersettoriale) - secondo la Cisl - se esso si configura come una forma di assicurazione per affrontare le emergenze (epidemie, calamità naturali), non si capisce perché riservarlo ai soli datori di lavoro di minori dimensioni aderenti ai Fondi bilaterali. Per la Naspi - sostiene il sindacato - va spostata la partenza del decalage al 12esimo mese e previsto un allungamento della durata massima, almeno per gli over 55. Per la DisColl finalmente c’è il riconoscimento della contribuzione figurativa. Per entrambe le prestazioni andrebbe prevista una durata minima per sostenere stagionali e discontinui." Apprezziamo la volontà di integrare finalmente ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro per affrontare le trasformazioni produttive e organizzative in atto - commenta Sbarra -. Le proposte formulate sono condivisibili in principio, ma il documento non entra nel disegno di sistema, né spiega come si vuole costruire il Programma GOL, che per la Cisl dovrà realizzare il diritto-dovere alle politiche attive con impegni effettivi sulla formazione e riqualificazione per tutti i beneficiari di misure di sostegno al reddito". E conclude: " Importante l’annuncio del Ministro Orlando di convocare per il 2 settembre un tavolo di confronto con le Parti Sociali per discutere di politiche attive al fine di imprimere un effettivo e concreto rilancio unito alla necessità di forti investimenti sulla formazione permanente e la crescita delle competenze assolutamente centrale e prioritaria per gestire le crisi e governare la transizione digitale e ambientale, ecologica e industriale. Si cominci dalla restituzione del prelievo forzoso operato dai Governi, in modo inaccettabile, da molti anni sui Fondi Interprofessionali”.
Sara Martano