Il tribunale di Ivrea ha condannato a 5 anni e due mesi Carlo De Benedetti imputato nel processo per le morti da amianto fra gli ex operai Olivetti. L’accusa aveva chiesto nei suoi confronti 6 anni e 8 mesi per omicidio colposo e lesioni.
Si avvicinano ai due milioni gli indennizzi - a titolo provvisorio - alle parti civili. È quanto si ricava dal dispositivo della sentenza del giudice Elena Stoppini. Le somme dovranno essere versate "in solido" dagli imputati condannati, a seconda delle singole posizioni, e da Telecom, chiamata in causa come responsabile civile. Le provvisionali (un acconto sul risarcimento complessivo) sono state attribuite alle persone fisiche e all’Inail, per la quale il totale supera i 710 mila euro. Le altre parti civili, fra cui enti territoriali, sindacati e associazioni, potranno attivare una causa giudiziaria. "Una sentenza molto importante, che accoglie le nostre istanze di parte civile ma soprattutto conferma che nel nostro territorio gravi problematiche ambientali sono state sottaciute da chi si presenta con "l’aria liberal" come i De Benedetti". Così Claudio Chiarle, segretario della Fim-Cisl di Torino e Canavese, in merito alla conclusione del processo Olivetti a Ivrea. Chiarle tributa "un riconoscimento ai lavoratori perchè lo spirito comunitario olivettiano, ormai tramontato, è finito nelle mani di imprenditori tesi al profitto anche sulla loro pelle". "Naturalmente - conclude - ci aspettiamo l’appello ma la strada è stata tracciata e noi, come sempre, rispetteremo le decisioni della magistratura".