Il governo "considera una priorità assoluta l’impegno per l’attuazione di una misura universale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale". Le parole del ministro del Lavoro Poletti e quelle del ministro delle Politiche agricole Martina che ipotizza il ricorso ad un decreto d’urgenza, sono la risposta al pressing dell’Alleanza contro la povertà che in chiusura di 2016, preoccupata per la fase di incertezza politica, è tornata a sollecitare l’approvazione della legge delega di introduzione del Reddito d'Inclusione (Rei) e la predispozione del Piano nazionale contro la povertà. Dall’inizio della crisi, viene ricordato, le persone in povertà assoluta in Italia sono aumentate del 155%: nel 2007 erano 1 milione ed 800mila mentre oggi sono 4milioni e 600mila. Dal primo gennaio l'Italia è l'unico paese europeo nel quale lo Stato non fornisce un aiuto alle persone in povertà assoluta.
L’impegno del governo è certamente positivo, commenta il segretario confederale della Cisl, Maurizio Bernava, "ma non serve ribadire la necessità degli interventi, è necessario farli e farli subito". Per questo sono indispensabili "coraggio e convinzione". E soprattutto "cambiare la strategia di politica economica e sociale". Invertendo i fattori: "Non si deve aspettare la crescita del pil per misure adeguate. Al contrario: la lotta alla povertà è un’azione strategica per la crescita del pil". Quello che da tempo chiede la Cisl insieme all’Alleanza contro la povertà "è un vero e proprio processo di riforma: che peraltro - conclude Bernava - ridurrebbe la distanza tra istituzioni, politica e società".
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