Nei soli centri di ascolto e servizi informatizzati, le persone incontrate e supportate sono state 227.566 persone, con un aumento del 7,7% rispetto all’anno precedente.
Si rafforza la consueta correlazione tra stato di deprivazione e bassi livelli di istruzione. Cresce infatti il peso di chi possiede al massimo la licenza media, che passa dal 57,1% al 69,7%; tra loro si contano anche persone analfabete, senza alcun titolo di studio o con la sola licenza elementare. Nelle regioni insulari e del sud, dove - ricorda il Rapporto Caritas - c'è una maggiore incidenza di italiani, il dato arriva rispettivamente all'84,7% e al 75%. Strettamente correlato al livello di istruzione è, inoltre, il dato sulla condizione professionale che racconta molto delle fragilità di questo tempo post pandemico. Nel 2021 cresce l'incidenza dei disoccupati o inoccupati che passa dal 41% al 47,1%; parallelamente si contrae la quota degli occupati che scende dal 25% al 23,6%.
Il capitolo conclusivo del Rapporto Caritas si sofferma sulla situazione e le prospettive delle politiche di contrasto alla povertà. In particolare ”il Reddito di Cittadinanza è stata finora percepita da 4,7 milioni di persone, ma raggiunge poco meno della metà dei poveri assoluti (44 per cento). Sarebbe quindi opportuno assicurarsi che fossero raggiunti tutti coloro che versano nelle condizioni peggiori, partendo dai poveri assoluti. Accanto alla componente economica dell'aiuto vanno garantiti adeguati processi di inclusione sociale. Ma al momento una serie di vincoli amministrativi e di gestione ostacolano tale aspetto”. Il Rapporto offre alcune proposte, di rafforzamento della capacità di presa in carico dei Comuni, anche attraverso il potenziamento delle risorse umane e finanziarie a disposizione e un miglior coordinamento delle azioni. ”Particolare attenzione va data ai nuovi progetti programmi in partenza, finanziati dal Pnrr, tra cui GOL (Garanzia Occupabilità Lavoratori), un programma pensato per rafforzare i percorsi di occupabilità di disoccupati, lavoratori poveri o fragili/vulnerabili (Neet, giovani, maturi), beneficiari di RdC e di ammortizzatori sociali in costanza o assenza di rapporti di lavoro; si tratta di 3 milioni di persone da formare o riqualificare entro il 2025, di cui il 75 per cento saranno donne, disoccupati di lunga durata, giovani under 30, over 55. Per il tipo di profilo definiti, questo programma interesserà senz'altro persone che si rivolgono ai centri e servizi Caritas".
Sul tema nuovo intervento, in altra sede, di Papa Francesco. Parlando ad una delegazione di imprenditori spagnoli, Bergoglio ha ribadito quanto detto nei giorni scorsi: ”Per combattere la povertà occorre creare posti di lavoro”.
Il segretario generale della Cisl Sbarra definisce ”allarmanti i dati sulla povertà del Rapporto Caritas. Un vero dramma sociale. Il reddito di cittadinanza resta una misura importante ma va rivisto e migliorato. Ha ragione Papa Francesco: solo con il lavoro e gli investimenti si può combattere questo fenomeno tristemente dilagante”.
Giampiero Guadagni