Pressing dei sindacati del governo sulle politiche attive del lavoro. Vale a dire ciò che Cgil, Cisl e Uil in una nota definiscono “la vera scommessa di cambiamento”. Per questo chiedono all’esecutivo di “accelerare l’attuazione della riforma in un quadro di dialogo sociale”. E’ quanto emerso stamane nel corso di un'iniziativa nazionale unitaria tenutasi presso l'Auditorium di via Rieti a Roma.
"L'appuntamento di oggi è stato importante innanzitutto perché, grazie all'impulso dei sindacati confederali, si è di fatto riunita per la prima volta la Rete dei Servizi per il lavoro prevista dal decreto", sostengono i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil Serena Sorrentino, Gigi Petteni e Guglielmo Loy. Oltre ai delegati e alle strutture territoriali delle organizzazioni sindacali, infatti, all’incontro hanno preso parte il professor Maurizio Del Conte presidente Anpal (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro) e Commissario di Italia Lavoro; il professor Stefano Sacchi, presidente Isfol; il dottor Gianfranco Simoncini della Conferenza delle Regioni; il professor Marco Leonardi, consulente per la Presidenza del Consiglio dei Ministri; e il dottor Agostino Di Maio, direttore di Assolavoro.
Nel corso del seminario Cgil, Cisl e Uil e i delegati hanno ribadito la necessità di investire sul tema delle politiche attive, e indicato le criticità registrate allo stato attuale sulla definizione del nuovo impianto legislativo. "Innanzitutto - sostengono Sorrentino, Petteni e Loy - occorre trovare una sede e una modalità di confronto, avviare un percorso di dialogo sociale che coinvolga tutti i soggetti della 'rete' per analizzare e affrontare la situazione che si va configurando e correggere in corso d'opera i nodi più problematici .
I sindacati sottolineano il ritardo del Governo in merito all'approntamento di tutti gli adempimenti legislativi previsti per l'entrata in funzione dell'Anpal e chiedono chiarezza sui temi delle risorse economiche e umane ad essa destinate. "Siamo stati tra i primi a sostenere la necessità di intervenire sulle politiche attive in modo drastico, per cambiare il modello fallimentare sperimentato nel nostro Paese fino ad ora. Ma ora il Governo può fare delle scelte e cambiare le cose, per questo chiediamo all'Esecutivo di avviare un confronto e di mettere mano alle risorse". "Per investire realmente sulle politiche attive e andare a sanare i troppi ritardi accumulati dall'Italia nel quadro europeo- concludono Sorrentino, Petteni e Loy - è indispensabile lo stanziamento di risorse aggiuntive, a partire dalla programmazione del DEF e dalla prossima legge di stabilità, perché non è pensabile un intervento a costo zero, così come prevede il decreto legislativo 150/2015".