E la necessità di rafforzare i Centri per l’impiego è confermata dall’Istat: nel 2020 solo il 16,2% delle persone in cerca di lavoro si è rivolto ad un Cpi. Un dato in calo rispetto al 2019 quando era il 22% nel 2019. Il ricorso ai Cpi era cresciuto negli anni della crisi economica raggiungendo il valore massimo (pari al 30,5%) nel 2012, per poi tornare a scendere negli anni successivi. I contatti sono più frequenti nelle regioni del Nord (22,7% delle persone in cerca di lavoro rispetto all'11,7% del Sud), fra gli uomini (17% rispetto al 15,4% delle donne), tra gli ultra 50enni (18,1% rispetto al 15,4% dei giovani fra i 15 e i 34 anni) e tra le persone con titolo di studio intermedio.
Nel 2020 si rivolgono al Cpi soprattutto gli ex-occupati e gli inattivi con esperienza lavorativa; la percentuale risulta invece più bassa per le persone alla ricerca del primo lavoro. I contatti hanno riguardato in misura maggiore le persone alla ricerca di un lavoro da meno di 12 mesi rispetto ai disoccupati di lunga durata. Negli altri Paesi europei, osserva l’Istat, i Centri per l’impiego hanno un peso rilevante, significativamente più elevato di quanto accade nel nostro Paese.
Giampiero Guadagni