"Contrarietà nel metodo e nel merito all'ipotesi di accorpare le diverse Soprintendenze del Mibact, unificando quelle archeologiche con quelle alle Belle arti e al Paesaggio". E' il giudizio espresso da Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Pa dopo che ieri il ministro di beni culturali e turismo Dario Franceschini ha presentato loro il decreto ministeriale sulla riforma del ministero annunciato oggi alle commissioni cultura riunite di Camera e Senato. "Non è al cambiamento che diciamo no, ma al rischio di consegnare il territorio agli interessi degli speculatori - scrivono in una nota congiunta i segretari Meloni (Cgil) Volpato
(Cisl) e Feliciani (Uil). Già oggi, tra grandi opere ed espansione edilizia senza controllo, il consumo di suolo in Italia è di 8 mq al secondo, il triplo della media europea. È imperativo non depotenziare quei presidi di base che sono le Soprintendenze; al contrario, bisogna mantenere in capo ad esse la direzione tecnica e scientifica nell'articolazione attuale storicamente collaudata, e dotarle di risorse da investire nel rafforzamento delle competenze".
Nella nota i sindacati precisano di non avere ancora potuto esaminare il testo del provvedimento. Ma spiegano di essere
contrari nel metodo, perché, scrivono, "si prospetta un ulteriore intervento normativo senza aver prima risolto i molteplici problemi organizzativi del Mibact, a partire dalla si arenza di personale in particolare nei profili specialistici, e senza aver completato l'avvio dei nuovi poli museali". E anche nel merito, perché "il ministero dimentica che il punto di forza cui è ancorata la sua funzione costituzionale, la tutela e salvaguardia del patrimonio culturale e del paesaggio, passa attraverso le Soprintendenze". L'accorpamento, sostengono i sindacati rischia di abbattersi sulle Soprintendenze "come una mannaia sulle loro già esauste capacità operative. Significa disarticolare e disperdere le professionalità altamente specializzate di tanti funzionari e tecnici che oggi, pur in un contesto generale di malfunzionamento, possono operare in ambiti lavorativi ben distinti e con competenze definite".