Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all'Inail tra gennaio e luglio sono state 378.671 (-0,02% rispetto allo stesso periodo del 2018), 599 delle quali con esito mortale (+2,0%). Lo comunica lo stesso Istituto, con i dati provvisori riferiti ai primi sette mesi dell’anno. In aumento, inoltre, le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 38.501 (+2,7%).
Il numero degli infortuni denunciati è diminuito dello 0,4% nella gestione industria e servizi, mentre è aumentato dell'1,1% in agricoltura. A livello territoriale si evidenzia una diminuzione delle denunce nel Nord-Ovest (-0,2%), nel Nord-Est (-0,3%) e al Sud (-0,6%). In controtendenza il Centro e le Isole che presentano un aumento pari rispettivamente allo 0,9% e allo 0,5%. Tra le regioni che hanno fatto registrare i decrementi percentuali maggiori, il Molise (-5,3%) e la Valle d'Aosta (-2,0%), mentre gli incrementi più consistenti sono in Sardegna (+3,5%) e Umbria (+3,0%).
Guardando alle classi di età, si rilevano incrementi nella fascia 45-54 anni e in quella 20-34 anni. ”C’è bisogno di un forte intervento sulla mortalità sul lavoro: è una carneficina. Si muore sul lavoro in un numero inaccettabile di casi”, commenta la leader Cisl, Furlan, che indica nella sicurezza sul lavoro una priorità per il nuovo esecutivo giallo-rosso.