Onorevole, la Presidente Von der Leyen ha evidenziato l’importanza di centri di rimpatrio per migranti fuori dall’UE, come il modello Italia-Albania. Voi avete criticato il Governo per l’alto costo di quasi un miliardo di euro. Cosa non vi convince di questo modello, che suscita interesse anche in Europa?
In realtà l'Europa mostra interesse a giorni alterni, nel senso che la Presidente Von der Leyen ha detto cose differenti, ma soprattutto ieri, l'altro giorno, la commissaria incaricata per l'allargamento della Commissione Europea, la COSSA, ha detto esattamente il contrario. Ha detto che il modello Albania per i migranti non funziona, per cui in realtà ha espresso un giudizio molto negativo. Tutta questa attenzione dell'Europa, che spesso e volentieri parla la Presidente Meloni, è tutta da dimostrare. Il nostro giudizio è profondamente negativo, sia per ragione di carattere umanitario sia per ragione di carattere economico. Quello umanitario è legato al fatto che si sta usando una modalità di selezione delle persone che è assolutamente arbitraria e non funziona. Cioè, sostanzialmente, la norma dice che la Nave della Marina Militare italiana, fuori dalle acque internazionali, dovrebbe ricevere dalle motovedette della Guardia Costiera i migranti e dovrebbero selezionare chi tra quei migranti ha le caratteristiche per andare in Albania e chi invece no e di conseguenza deve essere portato in Italia. Il discrimine è il fatto che debbano essere uomini, che non debbano appartenere a categorie fragili e che debbano provenire da Paesi considerati sicuri. Lì ci sarebbe tutto il tema dei Paesi sicuri, ma adesso non è il momento per affrontarlo. Definire queste tre cose in mezzo al mare, magari con il mare mosso, su una nave, è una roba molto complicata. Tant'è vero che il primo viaggio che hanno fatto, dei 16 che hanno portato in Albania, due perché minorenni e due perché fragili li hanno dovuti riportare in Italia. E per cui già questo comunque dimostra che quel meccanismo non funziona. E attenzione, quel meccanismo è stato messo in atto durante una giornata di mare tranquillo, bel tempo e con pochissimi migranti. Immaginiamoci dovessimo trovarci di fronte a 100 migranti invece che 16 migranti. E poi c'è la questione economica, parliamo di un centro che costerà come minimo 800 milioni, al miliardo, per fare male la stessa cosa che si potrebbe fare in Italia con costi infinitamente minori. Perché non è che noi non facciamo accoglienza, o non è che in Italia non ci sono i CPR, o non si può fare la procedura accelerata quando uno fa domande di protezione internazionale. Si sono sempre fatti e si fanno anche in questo momento. Farli fuori dall'Italia vuol dire spendere delle cifre esorbitanti, sottrarre agenti di polizia dall'Italia e mandarli all'estero, per cui meno presidio in termini di sicurezza in Italia. Con che risultato? Nessuno. Tra l'altro questa è una cosa che avrebbe dovuto iniziare a maggio. Poi l'hanno fatta iniziare a ottobre e a tutt'ora non c'è nessuno. Sono arrivati stamattina 8 migranti. Non 800, 8. Credo che solamente questo dovrebbe dimostrare che questa cosa non sta in piedi.
Circa 32 milioni di pellegrini sono attesi per il Giubileo 2025, crede che le misure di sicurezza siano sufficienti a prevenire minacce terroristiche e proteggere i pellegrini, o vede aspetti critici da migliorare?
In questi casi i rischi ci sono sempre, per cui è impossibile azzerarli. Le forze dell'ordine italiane e anche i servizi hanno sempre fatto un lavoro molto buono, soprattutto sull'aspetto dell'antiterrorismo. La cosa in più che si dovrebbe fare è quella legata alle forze dell'ordine. Siamo di fronte a un governo che parla parla di forze e l'ordine, non perde l'occasione per dire quanto loro sono amici delle forze e dell'ordine, ma quando si va a stringere tutta questa amicizia non si vede per nulla. Sono due gli anni di questo governo per cui non possono più dire di essere arrivati ieri, che c'è aperto il rinnovo del contratto di lavoro per il comparto della sicurezza, per cui polizia, carabinieri, guardie di finanza, penitenziaria eccetera, e non si vede ancora l'arrivo e soprattutto le risorse messe a disposizione non sono nemmeno sufficienti per recuperare l'inflazione in questi anni. La polizia non riceve gli straordinari incidenti da due anni, oppure, e ha a che fare strettamente con la cosa che lei mi ha chiesto, sia polizia che carabinieri, guardia di finanza sono tutti sottorganico, e non c'è nessun progetto in campo di questo governo per provare ad aumentare il numero dei civili militari e delle forze dell'ordine. Anzi, stanno introducendo delle iniziative, per andare in pensione il più tardi possibile e ridurre il turnover. Io penso che questo vada esattamente nella direzione opposta, agli interessi di tutti noi, anche a partire da quello che lei citava, cioè la sicurezza relativa al giubileo, o comunque a tutti i grandi appuntamenti nazionali e internazionali, che ospita il nostro paese.
I dati OMS indicano che tra l'8% e il 38% degli operatori sanitari subisce violenza fisica nella propria carriera. Il nuovo decreto prevede l'arresto obbligatorio in flagranza per chi li aggredisce. Ritiene queste misure sufficienti o servono altri interventi?
Io penso che non siano assolutamente sufficienti, ma lo dico non per amore di polemica, ma perché io adesso ricordo solo le cose che si sono fatte recentemente. Nel 2020 i governi precedenti a questo erano già intervenuti, avevano modificato il Codice penale proprio per sanzionare chi aggredisce operatori sanitari, in maniera anche molto rilevante. Poi nel 2023 questo governo è ritornato sulla materia, aumentando le pene e anche allargandole alle lesioni lievi, mentre prima si era concentrati sulle gravissime e se tutto questo non ha contribuito a ridurre le aggressioni io sinceramente faccio fatica a pensare che semplicemente dicendo che c'è l'arresto in fragranza, questo possa garantire di più gli operatori del settore. Io credo che da questo punto di vista l'unica soluzione possibile, in alcune realtà più problematiche, sia garantire più di quanto si stia facendo un presidio per cercare di limitare questi rischi, soprattutto durante alcune ore della giornata. Certo non si possono azzerare i rischi, ma è evidente che dobbiamo fare tutto il possibile per proteggerli.
Alla luce del dossier del Viminale sulla vulnerabilità dell’Italia agli attacchi cyber, crede si faccia abbastanza per proteggere la privacy delle PMI, spesso più esposte? E come valuta il rischio di furto di dati sensibili per figure istituzionali che riguarda anche cittadini comuni?
La cronaca recente dimostra in modo molto chiaro che non si stia facendo assolutamente quello che serve, molti passi in avanti si sono fatti negli scorsi anni quando prima di questo governo si è deciso di investire sulla cyber sicurezza. L'ACN, l'Agenzia per la Cyber Sicurezza Nazionale, ha tutte le risorse, disponibilità per poter fare anche cose importanti e sinceramente non mi sembra che i risultati stiano arrivando. Sento spesso o il direttore dell'Agenzia o il Sottosegretario Mantovano o la Presidenza del Consiglio con deleghe di servizi segreti, parlare di cyber sicurezza ma per dire che ci sono i problemi, non per dire come li stanno risolvendo. Vedo che fanno molti convegni, ma poca produzione concreta, pochi risultati. È stato fatto un decreto cyber, cyber sicurezza, promosso dal sottosegretario Mantovano. Bene, in quel decreto c'erano tanti obblighi per le aziende e per gli enti pubblici, ma non c'è una lira, non c'è un euro per aiutare questi soggetti a rafforzare le proprie difese. Vi faccio solo un esempio, i comuni adesso sono tenuti ad avere un responsabile di cyber sicurezza, ma in quel decreto si dice anche che non possono assumere nessuno sul mercato, non possono nemmeno dare qualche soldo in più se prendono un interno e gli fanno fare un lavoro molto più complicato e difficile. Io penso che questo sia un'ipocrisia straordinaria. Cioè, lo Stato fa le regole, mette le sanzioni, e però non ci mette i soldi per aiutare i privati o il pubblico per rafforzarsi. Tra l'altro c'è un fenomeno che è quello dei ransomware, sostanzialmente gli hacker che bloccano dei portali della pubblica amministrazione, o anche di privati, di aziende, e chiedono soldi in cambio, perché è un riscatto. E se tu non hai quei soldi, loro possono o tenerti bloccato il portale, oppure possono congelare i dati e renderli anche pubblici o comunque non permetterti più di usarli. C'è stato anche il tentativo da parte nostra, del PD, di promuovere iniziative per introdurre nuove norme, e ci sono state risposte picche, perché le cose o le decide qualcuno a Palazzo Chigi, oppure nessuno le può fare. Un tema molto centrale del nostro Paese, ed anche in questo caso si sta facendo molto poco.
Giovanni Ianni