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Incidenti lavoro

Massa, oggi 8 ore di sciopero per operaio schiacciato da lastra di marmo

Otto ore di sciopero del settore del marmo e quattro ore per le restanti categorie di lavoratori sono state programmate per oggi, giornata dei funerali di Carlo Morelli, l’operaio morto schiacciato da una lastra di marmo nella segheria in cui lavorava, nella zona industriale di Massa. Lo sciopero è stato indetto da Cgil, Cisl, Uil e Cobas Marmo; la salma verrà trasportata dal Noa, Nuovo ospedale delle apuane, direttamente al cimitero di Turigliano, nel comune di Carrara, dove risiedeva. Nella giornata odierna i comuni di Massa e di Carrara hanno proclamato il lutto cittadino.

"Ennesima, intollerabile tragedia sul lavoro che ha colpito il settore lapideo a Massa Carrara. Si tratta oramai di una vera emergenza sociale che impone a noi tutti interventi rapidi e drastici per porre fine a questa mattanza, indegna di un Paese civile". Interviene il segretario generale della Filca- Cisl nazionale, Franco Turri. Ricordando il recente sciopero dei lavoratori del settore lapideo, Turri ribadisce la proposta del sindacato di "introdurre nel settore lapideo la "patente a punti", vale a dire un sistema premiale che escluda dal settore le aziende nelle quali si verificano infortuni, favorendo le realtà virtuose. E chiediamo all’Asl una immediata verifica delle misure di sicurezza in tutte le cave ed i laboratori di marmo. Infine non possiamo non notare come siano sempre più numerose le vittime ultrasessantenni, costrette a lavori pesanti anche quando il fisico non regge più la fatica: il governo ha il dovere morale di intervenire", conclude Turri.

"Insistere sulla formazione e la cultura della sicurezza e rivedere le norme sui pensionamenti, perché dopo i 60 anni certi lavori forse sarebbe giusto non doverli fare". E’ la reazione, insieme all’espressione di "grande dolore e vicinanza affettuosa alla famiglia", di Giacomo Bondielli, coordinatore del settore lapideo per la Filca-Cisl Toscana al nuovo incidente mortale sul lavoro avvenuto stamani a Massa. "Siamo affranti - dice Bondielli - ancora un morto ad appena 15 giorni dalla duplice tragedia di Colonnata. Dalla dinamica di quanto è accaduto stamani, per come è stato possibile ricostruirla finora, emergerebbe che qualcosa non è stato fatto secondo i canoni della sicurezza. Purtroppo talvolta a tradire i lavoratori è la confidenza con una lavorazione che si conosce. E quindi dobbiamo insistere ancor più sulla formazione e la cultura della sicurezza, che sono basilari in settore come questo, molto pericoloso. Le procedure da rispettare salvano vite". E poi - aggiunge il sindacalista Filca – forse dovrebbero essere davvero riviste le norme per la pensione. La vittima aveva 61 anni e, a quanto abbiamo saputo, già molti anni di contributi. E lavori così, oltre i 60 anni sono doppiamente pericolosi. Infine, e anche qui ci ripetiamo, bisogna dissolvere la cappa di omertà che permea il settore lapideo. Spesso anche noi sindacalisti non riusciamo a farci raccontare com’è andata o come avvengono certe lavorazioni. Se vogliamo uscire da questa situazione ci vuole più trasparenza".

 

 

( 11 maggio 2016 )

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