A tredici giorni di distanza dalla tragedia del Ponte Morandi di Genova che ha provocato 43 morti, il ministro delle Infrastrutture Toninelli è intervenuto lunedì pomeriggio in audizione alle Commissioni riunite di Camera e Senato. Il crollo, ha sottolineato, ”non è dovuto a una tragica casualità, ma conferma drammaticamente quello che questo Governo e questo Ministero hanno sostenuto fin dal loro insediamento. La prima vera grande opera di cui ha bisogno questo Paese è un imponente e organico piano di manutenzione ordinaria e straordinaria". E allora ”bisogna smettere di inseguire le emergenze e bisogna ricominciare a programmare gli interventi per evitare che eventi di questo genere vengano a determinarsi".
Ha aggiunto Toninelli: ”Il capitale investito dalla maggior parte delle concessionarie era già stato ampiamente ammortizzato e remunerato, tra la metà e la fine degli anni '90. Pertanto, le tariffe avrebbero quantomeno potuto essere drasticamente ridotte di una montagna di extraprofitti”.
Questo Governo, annuncia allora Toninelli, ”fara' di tutto per rivedere integralmente il sistema delle concessioni e degli obblighi convenzionali, valutando di volta in volta se l'interesse pubblico sia meglio tutelato da forme di nazionalizzazione oppure dalla rinegoziazione dei contratti in essere in modo che siano meno sbilanciati a favore dei concessionari”.
E anticipando l’audizione, Autostrade ha pubblicato online, rendendo "pubblico e accessibile a tutti i cittadini", il testo della convenzione con il Ministero, dalla quale emerge, per esempio, come ai privati venisse riconosciuta una remunerazione fino al 10 per cento lordo per gli investimenti e gli interventi sulla rete. La gran parte dei lavori di manutenzione ordinaria annuale, 262 milioni, è realizzato ”attraverso imprese esterne”,, ma si tratta in gran parte di affidamenti in house, cioè a società di proprietà della stessa Autostrade.