Manovra finanziaria e Sanità non vanno d’accordo.
Per il 2019, viene assegnato al Servizio sanitario nazionale lo stesso livello di risorse programmato dal precedente governo. Solo per il 2020 e 2021 è previsto un incremento, ancora insufficiente, subordinato comunque alla firma del nuovo Patto per la Salute con le Regioni. Un dato che non piace a Cgil, Cisl e Uil, secondo cui i numerosi annunci di finanziamenti aggiuntivi non hanno avuto riscontro. "Anche lo stanziamento di 50 milioni di euro, per la riduzione delle liste di attesa, rischia di essere insufficiente, a fronte di mancanza di risorse aggiuntive per nuove assunzioni di personale e per rinnovo del contratto. Inoltre, non c'è alcun riferimento al superamento del super ticket, una tassa iniqua che aggrava pesantemente i bilanci delle famiglie e in particolare di quelle meno abbienti". "Il Servizio sanitario nazionale - scrivono in una nota unitaria i segretari confederali Rossana Dettori, Ignazio Ganga, Silvana Roseto - è interessato, ormai da diversi anni, da criticità che se non affrontate mettono a rischio la sua sostenibilità. A partire dalle disuguaglianze di salute sul territorio nazionale e dalla garanzia dei nuovi Livelli essenziali di assistenza, in vigore ormai da quasi due anni, ma ancora oggi non garantiti. Le misure, in materia sanitaria, predisposte dal Governo non affrontano le fragilità del sistema sanitario". Cgil, Cisl e Uil esprimono "forte preoccupazione" e chiedono al governo di "aprire un confronto con le organizzazioni sindacali per definire i percorsi e gli interventi necessari per rafforzare e rilanciare il servizio sanitario pubblico che deve essere dotato di risorse adeguate per garantire il diritto di tutela della salute a tutti i cittadini con prestazioni uniformi su tutto il territorio nazionale"