Rafforzare la contrattazione di genere perché dal lavoro di oggi nasca un futuro migliore per donne, bambine, immigrate. E’ la sfida lanciata ieri unitariamente dalle donne di Cgil, Cisl, Uil durante la manifestazione “Si chiamerà Futura. La contrattazione di genere protagonista del cambiamento”che si è svolta a Roma. Una giornata utile per fare una proposta importante contro la violenza sulle donne e a favore dei diritti di cittadinanza visto che le donne percepiscono ancora salari e pensioni inferiori agli uomini.
“Una grande sfida ma anche un’opportunità di crescita per continuare ad essere grandi organizzazioni sindacali - afferma la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan -. È arrivato il tempo di siglare questo patto e lavorare insieme affinché in ogni piattaforma contrattuale sia inserita la contrattazione di genere non solo come una postilla in fondo ai documenti; è opportuno che ogni articolo delle piattaforme e poi dei contratti siano impregnati di questa scelta che facciamo per il futuro”.
Per la Furlan in un modello sociale che sta venendo avanti e che non tiene conto della dignità delle persone occorre con forza mettere in campo un’azione più incisiva e complessa per un futuro nuovo dove non ci siano più violenze e discriminazioni.
“Molto della Piattaforma del 9 febbraio che abbiamo condiviso con gli uomini e le donne del lavoro è impregnata di questo sentire - continua Furlan - ovvero rendere protagonisti gli attori del futuro: giovani, donne, uomini, immigrate e immigrati e c’è continuità tra la manifestazione del 9 febbraio quella del 2 marzo a Milano e quella di oggi”.
Poi la leader Cisl si è soffermata sulle parole del Presidente Mattarella che in occasione dell’8 marzo ha sottolineato la necessità di superare gli squilibri di genere e le condizioni di sfruttamento in cui vivono tante donne anche nel nostro Paese. “Ancora una volta bisogna essere grati al nostro presidente della Repubblica - sottolinea Furlan -. Guardare al futuro del nostro Paese, soprattutto in una giornata come l’8 marzo, significa farlo rendendo protagoniste coloro che sono una parte importante della nostra comunità, cioè le donne, i giovani e gli immigrati. Non ci piace un paese in cui si ha paura dell’altro, in cui ci sono forme di schiavitù che riguardano migliaia di giovani immigrate messe sulle strade e vittime della tratta. Non ci piace neanche chi pensa che la soluzione sia nel riaprire quelle case che sono state chiuse per legge tanti anni fa” . E continua “Ha ragione Mattarella: nessun compromesso è accettabile, nessuna tolleranza può essere mascherata da realismo o da opportunismo nei confronti di chi sfrutta le donne. Il fenomeno infame della tratta delle donne va sradicato, colpendo chi controlla il traffico di tante povere ragazze costrette a prostituirsi. Questa è la battaglia che noi donne del sindacato condividiamo e portiamo avanti da anni”.