Nel grande giro d’affari della malavita organizzata figura anche la grande distribuzione. Da qui la decisione della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha commissariato il colosso dei supermercati Lidl, su richiesta della Procura di Milano nell'ambito di un'indagine sulle infiltrazioni del clan mafioso catanese dei Laudani nel Milanese. Per sei mesi, la gestione della multinazionale tedesca in 4 delle 10 direzioni generali italiane sarà assunta dai giudici.
La presunta associazione per delinquere individuata dalla Dda di Milano avrebbe ottenuto "commesse e appalti di servizi in Sicilia" da Lidl Italia e Eurospin Italia attraverso "dazioni di denaro a esponenti della famiglia Laudani", clan mafioso "in grado di garantire il monopolio di tali commesse e la cogestione dei lavori in Sicilia". Gli arrestati, inoltre, avrebbero ottenuto lavori da Lidl Italia "in Piemonte" attraverso "dazioni corruttive".
Per coloro che volevano corrompere "era come pescare in un laghetto sicuro: sapevano esattamente chi, come e dove trovare le persone da corrompere", ha spiegato la responsabile milanese della Dda, Ilda Boccassini, nel corso di una conferenza stampa.
La notizia consente di riflettere su un fenomeno ben più vasto. Secondo la Coldiretti, infatti, il volume d'affari complessivo annuale della criminalità nell'agroalimentare è salito a 21,8 miliardi di euro con un balzo del 30% nell'ultimo anno con attività che riguardano l'intera filiera del cibo, della sua produzione, trasporto, distribuzione e vendita. “Le mafie, - spiega la Coldiretti - dopo aver ceduto in appalto ai manovali l'onere di organizzare e gestire il caporalato e altre numerose forme di sfruttamento, condizionano il mercato agroalimentare stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l'esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, la creazione all'estero di centrali di produzione dell'Italian sounding e la creazione ex novo di reti di smercio al minuto”. In questo modo la malavita si appropria di vasti comparti dell'agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l'imprenditoria onesta. Ma, soprattutto, compromette in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l'effetto indiretto di minare profondamente l'immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy.