L'accordo prevede l'istituzione, presso il ministero dell'Interno, di una Consulta che sarà composta da rappresentanti di ciascuna delle parti firmatarie, a cui saranno chiamati a partecipare soggetti pubblici o privati o individui di comprovata esperienza nel settore. Partirà inoltre, con l'apporto dell'Anci, una mappatura dei Comuni per soluzioni alloggiative dignitose che superino la situazione dei cosiddetti ”ghetti-dormitorio” per i lavoratori agricoli stranieri.
Al Viminale erano presenti, per la firma, i ministri del Lavoro Orlando, dell’Interno Lamorgese e delle Politiche Agricole Patuanell assieme al presidente del Consiglio nazionale dell’Anci Bianco, ai sindacati e alla Coldiretti
Il Protocollo, commenta Orlando, ”segna un passo molto importante nel contrasto a un fenomeno odioso che interessa un settore strategico della nostra economia. Il metodo seguito - la sinergia tra istituzioni, corpi intermedi e società civile - è l’unico modo per agire in modo incisivo”. Aggiunge Orlando: ”In accordo con le organizzazioni di categoria e le parti sociali lavoreremo per consolidare e rafforzare la misura dei contratti di filiera anche mediante il ricorso alle risorse rese disponibili dalla programmazione complementare al Pnrr”.
Commenta il segretario generale della Fai Cisl Rota: ”Il Piano Triennale contro il caporalato ha ora uno strumento in più per essere attuato. La sigla del protocollo è importante per noi perché dopo aver contribuito al lungo lavoro di redazione e progettazione di quel Piano, approvato a inizio 2020, era urgente rilanciarlo guardando agli obiettivi concreti da raggiungere soprattutto sui territori maggiormente colpiti”. Il ruolo delle parti sociali, prosegue Rota, ”è determinante per attuare il Piano Triennale in tutti i suoi aspetti, andando oltre la mappatura del fenomeno del caporalato e incidendo concretamente sul miglioramento del mercato del lavoro agricolo, puntando su emersione del lavoro nero, contrattualizzazione, valorizzazione degli enti bilaterali territoriali, crescita della rete del lavoro agricolo di qualità, alla quale sono iscritte soltanto quasi 5 mila imprese. Servono interventi urgenti soprattutto laddove i ghetti continuano a crescere, luoghi in cui si concentrano, oltre allo sfruttamento, anche varie altre tipologie di reato”. La sigla del protocollo, conclude il leader della Fai, ”giunge poco dopo la storica approvazione in Europa della clausola sociale nella nuova PAC, per cui ci batteremo adesso per stipulare un ulteriore protocollo nazionale con cui attuare nel nostro Paese le nuove norme, finalizzato a una concreta condizionalità che leghi i finanziamenti europei all'applicazione dei contratti e al rispetto dei lavoratori. Ma serve al contempo anche un'azione concertata con la grande distribuzione per istituire prezzi agricoli anticaporalato, così come accaduto nel settore bancario con i criteri antiusura, con azioni mirate che tutelino i lavoratori e le produzioni Made in Italy dalle speculazioni e dal dumping sociale".
Giampiero Guadagni