Prevenzione, formazione, organizzazione, sanzione: le quattro leve per fermare la scia di sangue. Nei primi quattro mesi dell’anno, in Lombardia si contano un morto sul lavoro ogni due giorni e 300 denunce di infortunio. Di fronte a questo stillicidio ormai quotidiano di morti e feriti nei luoghi di lavoro, i temi di salute e sicurezza sono più che mai attuali e richiedono una grande attenzione da parte del sindacato.
“Ancora una volta tutto gira intorno a quattro parole che si possono declamare in rima: prevenzione - formazione - organizzazione - sanzione - commenta Ugo Duci, segretario generale Cisl Lombardia. La prevenzione è l’unica via ragionevole, certa e concreta, per evitare un accadimento o, almeno, per ridurre esponenzialmente le possibilità che quell’accadimento, sempre nocivo, a volte mortale, possa avvenire. In quest’ottica il ruolo, la funzione e, visto che di salvare vite stiamo parlando, direi la missione salvifica degli Rsl, Rlst e Rlssp è sempre più necessaria, importante, determinante. La formazione è la via e lo strumento che porta alla conoscenza di come si fa prevenzione, è lo snodo da cui tutto passa se si vuole davvero realizzare un contesto di garanzia di sicurezza per tutti coloro che lavorano. Anche qui la presenza, la funzione e il Dna costitutivo del nostro ente di formazione, lo Ial, così rilevante nella nostra regione, rappresentano una leva e uno strumento da utilizzare di più e meglio in tema di salute e sicurezza. La sanzione, esito del controllo, senza il quale non può esservi sanzione alcuna, è la certezza - senza “se” e senza “ma” - che ancora oggi manca e che consente a tanti imprenditori disgraziati e criminali di anteporre il profitto, l’egoismo, la perfidia, la noncuranza e la sciatteria al diritto alla vita e alla salute dei propri dipendenti, spesso impiegati con assenti o precarie condizioni contrattuali”. Duci sottolinea ancora una volta la centralità degli Rls e Rlst, soprattutto in un quadro tanto drammatico nel nostro Paese. “E qui la palla passa dai nostri rappresentanti per la sicurezza alle istituzioni preposte, ad ogni livello, che ancora latitano nell’aumentare e rendere più efficaci i controlli e le visite ispettive, perché mancano le risorse, il personale dedicato, e - ultima parola in rima - un’efficace ed efficiente organizzazione - prosegue Duci . L’organizzazione, dunque, che riguarda anche le imprese che, nel programmare e gestire i cosiddetti fattori della produzione, devono mettere la sicurezza dei loro collaboratori, nessuno escluso, al primissimo posto, e convincersi che farlo - e farlo bene - non è da considerare un costo, ma un investimento di futuro e qualità per la stessa azienda. Ma, a ben guardare, nella mia rima baciata, c’è infine una quinta parola, tanto cara alla Cisl: partecipazione. La proposta di legge sulla partecipazione che abbiamo presentato con il corredo di oltre 400mila firme e che è ora in discussione nelle competenti commissioni parlamentari, racchiude anche il tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro perché, se i lavoratori e chi li rappresenta partecipano strutturalmente alla programmazione e alle scelte organizzative dell’impresa, è molto più probabile che il tema che ci ha portato qui oggi diventi la priorità assoluta e non più solo un “di cui” del quale tornare ad occuparsi, con vuote parole di circostanza, alla prossima tragedia”.
Alessia M. Riva