Venerdì 22 novembre 2024, ore 11:25

Scenari

Le “persone inutili” di Yuval Harari e la negazione del libero arbitrio

Li definiscono intellettuali famosi, Yuval Noah Harari e Slavoj Zizek, anche se quest’ultimo sussulta quando viene chiamato così.Diverse le loro specializzazioni accademiche: storia medievale per Harari, filosofia hegeliana e psicoanalisi lacaniana per Zizek. Al più grande festival di filosofia del mondo, HowTheLightGetsIn, si sono confrontati sulla questione della natura: amica o nemica? La risposta non è sorprendentemente sfumata: la natura non è né nostra amica né nostra nemica. Stiamo per entrare in un’era post-natura e questo cambierà tutto. Dopo un lungo periodo di pensiero illuminista che ha visto la natura conquistata dalla ragione e domata dalla tecnologia, il suo posto nella società è tornato in grande stile, anche grazie alla pandemia di Covid e alla crisi climatica. Per Harari e Zizek la natura non è né buona né cattiva, è semplicemente al di fuori della moralità. L’idea che le innovazioni guidate dall’uomo e gli incidenti come i reattori nucleari, il vaccino contro il Covid-19 o persino la guerra in Ucraina siano “naturali” può suonare strano. Ma dato che la loro esistenza non viola nessuna legge naturale e sono fatti dello stesso materiale fisico di tutto il resto, allora in un certo senso lo sono. Siamo sul punto di creare quelle che Harari chiama “forme di vita inorganiche”, riferendosi all’Intelligenza Artificiale avanzata. E vedrete se non le considereremo come naturali. Al Festival di Filosofia si concorda: stiamo per cambiare la nostra composizione biologica, cambiando la nostra natura in modi radicali. Questo potrebbe eccitare alcuni transumanisti e scienziati che sono concentrati sull’uso di questi strumenti per risolvere problemi ristretti e specifici nei loro campi, ma Harari ha un tono più cupo e mette in allerta. Questo è ciò che hanno sognato dittatori spietati. In passato, quando i dittatori cadevano, almeno ciò che lasciavano dietro di loro era ancora umano. In futuro, potrebbe non essere più così. Stalin, interviene Zizek, voleva fare esattamente questo: creare un esercito di lavoratori geneticamente modificati che potessero lavorare oltre i limiti di qualsiasi essere umano e sopravvivere con un minimo di sostentamento e provviste di base. “Il problema non è se saremo ridotti in schiavitù dalle macchine, ma che questa schiavitù rafforzerà la divisione tra gli umani”, ha detto Zizek. “Alcune persone ci controlleranno e altre saranno controllate”. Se ingegnerizziamo geneticamente gli esseri umani per essere più intelligenti, più coraggiosi, più efficienti, ciò alla fine porterà alla scomparsa di tutte le nostre altre caratteristiche, quelle che saranno ritenute meno desiderabili dagli ingegneri dell’umanità. La selezione di alcune funzionalità significherà la scomparsa di altre. “Se dai loro la tecnologia per iniziare a incasinare il nostro Dna, per iniziare a incasinare i nostri cervelli, multinazionali ed eserciti potrebbero amplificare alcune qualità umane di cui hanno bisogno, come la disciplina. Nel frattempo, potrebbero sminuire altre qualità umane come la compassione o la sensibilità artistica o la spiritualità”: detto dal transumanista Yuval Noah Harari, consulente chiave del World Economic Forum di Davos e di Klaus Schwab, l’allarme suona ipocrita. Suona allarmante invece il fatto che pensi che il libero arbitrio sia un “mito pericoloso”. Un punto su cui il neurochirurgo Michael Egnor lo contesta con forza: “La negazione del libero arbitrio è una pietra angolare del totalitarismo. Senza il libero arbitrio, siamo bestiame senza diritti”. Lo storico Yuval Noah Harari è anche coautore con Thierry Malleret di “Covid-19: The Great Reset”. E in una domanda rivela tutta la sua vera ideologia: “Cosa fare nei prossimi decenni con tutte le persone inutili?”. Una classe dirigente si interrogherà con “noia” su cosa fare di loro dato che “ sono fondamentalmente privi di significato, senza valore”. Harari calpesta così le orme di Aldous Huxley durante la sua famigerata conferenza “Ultimate Revolution” del 1962 al Berkley College: “La mia ipotesi migliore, al momento è una combinazione di droghe e giochi per computer come soluzione finale per la maggior parte di loro. Penso che una volta che sei superfluo, non hai potere”. L’apoteosi del pensiero eugenetico affiora nel ruolo della tecnologia nella creazione di una nuova classe inutile globale “post-rivoluzionaria”, per sempre sotto il dominio dell’emergente “casta alta” di élite dai colletti d’oro di Davos. La casta alta che domina la nuova tecnologia non sfrutterà i poveri. Semplicemente non avrà bisogno di loro. E sarà molto più difficile ribellarsi all’irrilevanza che allo sfruttamento. Yuval è elogiato da Klaus Schwab, ma anche da Barack Obama, Mark Zuckerberg e Bill Gates, che hanno recensito l'ultimo libro di Harari sulla copertina del New York Times Book Review. Per lui la morale, proprio come Dio, il patriottismo, l’anima o la libertà, sono concetti astratti creati dall’uomo che non hanno alcuna esistenza ontologica nell’universo meccanicistico, freddo e in definitiva senza scopo in cui si presume che esistiamo. Le relazioni umane diventano insignificanti a causa di sostituti artificiali. I poveri muoiono ma i ricchi no. E’ questa la rivoluzione industriale incentrata sull’intelligenza artificiale. Ma il prodotto questa volta non saranno tessuti, macchine, veicoli e nemmeno armi, il prodotto questa volta saranno gli stessi umani, corpi e menti, conclude Harari, precisando infine che le “persone inutili” a cui fa riferimento il consulente del Wef saranno quelle che rifiuteranno di ricevere le capacità di intelligenza artificiale nei prossimi decenni. Descrivendo gli esseri umani come “animali hackerabili”, Harari crede che le masse non avrebbero molte possibilità contro questi cambiamenti anche se dovessero organizzarsi.
Raffaella Vitulano

( 28 giugno 2022 )

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