Da tempo, i sindacati confederali reclamano una riforma fiscale complessiva a vantaggio dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, con il rafforzamento del contrasto all'evasione.
Ma molto ruota attorno allo sblocco degli investimenti per realizzare infrastrutture materiali e immateriali. Necessaria, quindi, la definizione di una nuova politica industriale e di sviluppo ecosostenibile, anche con l'utilizzo delle risorse messe a disposizione dall'Unione europea, guardando alla crescita e ad un'occupazione stabile e di qualità. I sindacati chiedono poi al governo la detassazione degli incrementi contrattuali, per aumentare di conseguenza il netto in busta paga. Per far fronte all'emergenza anche occupazionale scatenata dalla pandemia, Cgil, Cisl e Uil sollecitano la proroga del blocco dei licenziamenti almeno fino a fine anno ed il prolungamento degli ammortizzatori sociali. Avviando al contempo una loro riforma.
Per il segretario generale aggiunto della Cisl Sbarra ”vanno cercate nuove modalità per includere nel sistema degli ammortizzatori sociali i dipendenti delle piccole e microimprese, ci sono da rafforzare le tutele della disoccupazione per il lavoro stagionale e autonomo, occorre semplificare e accelerare le procedure per l'autorizzazione e il pagamento dei trattamenti di sostegno al reddito”. Conclude Sbarra: ”Bisogna poi sospendere per l'anno in corso i parametri incrementali per la detassazione dei premi di risultato, ristabilire la centralità della contrattazione nell'utilizzo del lavoro agile e dare un forte impulso agli investimenti sulla formazione e le politiche attive per il lavoro”.
Ieri i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil con delega al mercato del lavoro - Scacchetti, Sbarra e Veronese - hanno inviato alla ministra del Lavoro Catalfo e al presidente dell’Inps Tridico una lettera con la quale argomentano le preoccupazioni sull'efficacia e sulla durata degli interventi di cigo, assegno ordinario e cig in deroga. "È necessario, prima di tutto, conoscere con certezza lo stato reale delle liquidazioni dei pagamenti dei trattamenti 'Covid' - scrivono i segretari - ma soprattutto è necessario dare una accelerazione effettiva alle erogazioni dei trattamenti che consenta ai troppi lavoratori ancora in attesa di vedersi accreditati gli importi in tempi brevissimi”. Le misure messe in campo dal Governo con i Decreti Cura Italia e Rilancio ”si stanno rilevando insufficienti, in particolare, per tutte quelle imprese costrette alla chiusura sin dai primi giorni di marzo, che rimarranno senza nessun ammortizzatore sociale già alla fine di giugno e senza la possibilità di richiedere ulteriori periodi di integrazione salariale sino al primo settembre”. Per i sindacalisti occorre quindi ”realizzare un attento monitoraggio della spesa e una verifica puntuale circa le disponibilità finanziarie”. Così come è ”necessario intervenire con rapidità per modificare la norma prevista dal Decreto Rilancio che impedisce l'utilizzo continuativo dei periodi massimi previsti, ma soprattutto è necessario permettere una piena copertura degli ammortizzatori sociali almeno fino alla fine dell'anno”.