Una ciambella di salvataggio per le aziende in crisi e uno strumento di supporto, non solo finanziario, per i sindacalisti che devono gestirle. Ma anche un propellente per le start up e le pmi cooperative alla ricerca di capitali. Stiamo parlando della Cfi (Cooperazione Finanza Impresa), la società finanziaria fondata dalle tre centrali cooperative (Confcooperative, Legacoop e Agc), partecipata e vigilata dal Ministero dello Sviluppo Economico, per l'attuazione della Legge Marcora, che ieri si è ”ingrandita” inglobando la Soficoop. In questo modo Cfi diventa l'unica società finanziaria per la promozione delle imprese cooperative e il sostegno ai ”workers buyout”. Il via libera alla fusione per incorporazione di Soficoop è arrivato (all’unanimità) dall'Assemblea straordinaria dei soci di Cfi, alla presenza del presidente Mauro Frangi e dell'Ad Camillo De Bernardinis.
La fusione permetterà a Cfi, 33 anni dopo la sua costituzione, di "rafforzare l'attività di promozione di nuove imprese, con priorità alle imprese rigenerate dei lavoratori - i cosiddetti Wbo - e di salvaguardia dell'occupazione”; ma nello stesso tempo anche di "migliorare il livello di assistenza alle cooperative nella progettazione e realizzazione dei programmi di investimento" e di "ampliare il perimetro di attività attraverso la ricerca di sinergie con misure agevolative complementari, come quelle a sostegno dell'economia sociale”, delle aziende sequestrate e confiscate alle mafie e dell'occupazione giovanile.
In termini operativi, la fusione di Soficoop in Cfi produrrà come effetto un incremento del patrimonio netto di Cfi che raggiungerà i 110 milioni di euro (14 provenienti da Soficoop), il capitale sociale sarà di 98 milioni di euro a cui si aggiungono 12 milioni di riserve. Il piano di sviluppo predisposto per il prossimo triennio da Cfi prevede di sostenere 180 imprese con interventi dal valore complessivo di circa 12 milioni di euro su base annua. Un buon affare anche per il bilancio pubblico, visto che - si legge nel Rapporto sulle attività di Cfi 2016-2018 - le risorse investite con la legge Marcora nell’arco di dieci anni hanno prodotto un ritorno per lo Stato ”pari a otto volte le risorse impegnate, circa 78 milioni di euro l’anno.