Il clima di fiducia di famiglie e imprese resta stabile, a luglio, nonostante le retribuzioni dei lavoratori dipendenti facciano registrare l’aumento tendenziale più significativo dal 2011 (a giugno +2%).
L’Istat stima infatti che l’indice di fiducia dei consumatori passa dai 116,2 punti di giugno a 116,3 a luglio mentre l’indice composito delle imprese si attesta a 105,4 da 105,5.
Per le aziende i ”segnali negativi” provengono dai servizi e dal commercio al dettaglio, mentre l’indicatore resta stabile nell’industria e migliora nelle costruzioni. Per i consumatori, peggiorano sia la componente economica che quella futura dell’indice, mentre tornano a salire il clima personale e quello corrente.
Con riferimento alle imprese, nei servizi l’indice diminuisce da 107,8 a 106 punti e nel commercio al dettaglio da 103,9 a 102,6. Nel settore manifatturiero è stabile a quota 106,9 e aumenta nelle costruzioni da 132,9 a 139,9.
Per quanto riguarda le componenti dei climi di fiducia, nel comparto manifatturiero peggiorano i giudizi sugli ordini per il secondo mese consecutivo mentre migliorano le attese sulla produzione. E le scorte sono giudicate in decumulo rispetto al mese scorso. L’Istat, inoltre, stima un leggero calo del grado di utilizzo degli impianti nell’industria manifatturiera nel secondo trimestre, dal 77,9% al 77,7%, e un aumento degli operatori che segnalano la presenza di ostacoli all’attività produttiva (dal 22% al 23,5%). Tra questi, sale in particolare la percentuale di imprese che segnala come ostacolo all’attività l’insufficienza della domanda.
Infatti, il deterioramento della fiducia nel commercio al dettaglio è caratterizzato da attese sulle vendite future e da giudizi sulle scorte di magazzino in peggioramento soprattutto nella grande distribuzione. Mentre i giudizi sulle vendite sono in lieve miglioramento rispetto al mese scorso.
Solo nel settore delle costruzioni, si registra un ”deciso miglioramento”, con una crescita dell’indice di fiducia che torna ai livelli ante crisi, a 139,9 punti, il livello massimo da oltre 11 anni (a maggio 2007 era 140,2).