La crisi conseguente alla pandemia ha colpito circa 12 milioni di lavoratori tra dipendenti e autonomi, per i quali l’attività lavorativa è stata sospesa o ridotta, in seguito al lockdown deciso dal Governo per limitare l’aumento esponenziale dei contagi.
I dati più drammatici riguardano l’occupazione giovanile con 2 milioni di Neet e quella femminile, che si è ridotta di quasi 2 punti percentuali, con quasi una donna su due inoccupata. Non destano minore preoccupazione il mancato rinnovo dei contratti per oltre 10 milioni di lavoratori (77,5% del totale), l’inadeguatezza del sistema scolastico e formativo nella formazione delle competenze, l'aumento della povertà e delle disuguaglianze. La situazione è destinata molto probabilmente ad accentuarsi e diventare ”esplosiva” con l’interruzione della cig e la fine del blocco dei licenziamenti. Una parte degli esuberi verrà sicuramente assorbita dall’economia sommersa.