È cominciata sulle note dell’inno di Mameli la commemorazione del 24/esimo anniversario della strage di Capaci che si sta svolgendo nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo. Nel messaggio inviato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Capo dello Stato evidenzia come l’assassinio del giudice Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo e degli uomini della sua scorta abbia sì “segnato la morte di valorosi servitori dello Stato” ma anche “l’avvio di una riscossa morale, l’apertura di un nuovo orizzonte di impegno grazie a ciò che si è mosso nel Paese a partire da Palermo e dalla Sicilia, grazie alla risposta di uomini delle istituzioni, grazie al protagonismo di associazioni, di giovani, di appassionati educatori e testimoni”.
Alla cerimonia sono presenti, tra gli altri, il ministro della giustizia Andrea Orlando, il ministro dell’istruzione Stefania Giardini, il presidente dell’antimafia Rosi Bindi, il capo della Dna Franco Roberti. Alla cerimonia partecipano la sorella del giudice ucciso Maria Falcone e 800 studenti provenienti da tutta Italia. Anche Giuseppe Antoci, presidente del Parco Dei Nebrodi, scampato la settimana scorsa ad un attentato di mafia, non è voluto mancare alla commemorazione in corso a Palermo.
"La mafia non è ancora vinta", avverte sulla pagina Facebook della Cisl, Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl. "Sono passati 24 anni dalla strage di Capaci, il tragico assassinio di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e dei suoi tre uomini della scorta - aggiunge la Furlan. Fu una pagina davvero terribile della nostra storia. Ricorderò sempre quelle immagini dell'autostrada che dall'aeroporto di Punta Raisi conduce a Palermo sventrata dal tritolo. Una scenario di guerra che avremmo rivisto dopo qualche settimana con il terribile attentato in cui persero la vita Paolo Borsellino e la sua scorta. Palermo era una città smarrita, disorientata, impaurita, colpita al cuore. Eppure la Sicilia e l'Italia intera seppero reagire con grande determinazione alla sfida lanciata dalla mafia alle istituzioni. Ci fu una straordinaria mobilitazione unitaria anche del sindacato che anche in quella occasione fu il "collante sociale" della risposta forte del nostro paese all'attacco della criminalità organizzata. Ma a distanza di 24 anni la battaglia contro la mafia non e' ancora vinta. Non c'è sviluppo e progresso civile nel sud senza legalità. Ecco perché non dobbiamo abbassare la guardia nei confronti della criminalita organizzata e dei suoi tentacoli che vanno debellati con il contributo di tutti: istituzioni, imprese, sindacati, società civile. Nel nome di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo, di Paolo Borsellino, degli agenti di polizia delle scorte che si sono immolati in difesa delle istituzioni democratiche e di una causa giusta".
"Dopo 24 anni dalla strage di Capaci, la Cisl, per combattere e vincere le mafie, è impegnata a recuperare e rilanciare lo spirito civile di rottura nella società, un grande patrimonio di ricchezza per l'intero paese e per la sua rinascita". Lo afferma il segretario confederale della Cisl, Maurizio Bernava, che oggi per la Cisl nazionale sta partecipando alle varie iniziative in corso a Palermo "Per non dimenticare" il sacrificio del giudice Falcone ucciso il 23 maggio del 1992 con la moglie e tre agenti della scorta, dalla criminalità organizzata. "Quella mafia delle stragi di Falcone e Borsellino, dopo aver incassato colpi durissimi dall'instancabile lavoro delle forze di polizia e dei magistrati, e' stata debellata - continua Bernava - ma purtroppo oggi esiste una nuova mafia dal volto meno violento ma che e' ancora piu' forte, che si radica e minaccia il paese e la societa', corrompe ed agisce senza clamori ma e' ancora piu' pericolosa perche' capace di controllare e condizionare in profondita' importanti pezzi di economia. E' vero che dopo la stagione delle stragi scorre meno sangue sulle strade di Sicilia, Campania, Calabria, ma questo non e' sufficiente per abbassare la guardia e stare piu' tranquilli. C'e' infatti un fiume di denaro, di liquidita' che le mafie accumulano per la gestione dei traffici illeciti e che stanno utilizzando per acquisire e comprare societa', pezzi di impresa, corrompere amministrazioni, politici, banchieri: questa deve essere la frontiera di una nuova stagione di lotta alla mafia per estrometterla, cosi', dall'economia e dal mondo del lavoro. La lotta di liberazione dalle mafie per la Cisl deve continuare ad essere un obiettivo serio e concreto su cui unire il paese, un obiettivo ancora da raggiungere".