Venerdì 22 novembre 2024, ore 18:37

Ucraina 

L'Italia non si volta dall'altra parte 

Cessate il fuoco immediato e ritiro delle truppe russe. Assistenza “di qualsiasi natura” all'Ucraina, anche con apparati e strumenti militari, per consentirle la legittima difesa. Sostegno alle sanzioni contro la Russia e alla aspirazione europea di Kiev. Sono i punti principali della risoluzione su cui i rappresentanti dei gruppi parlamentari hanno trovato l’intesa unanime. Una risoluzione approvata nella giornata di martedì dal Senato e dalla Camera subito dopo le informative del premier Draghi.
Senato e Camera impegnano dunque il Governo a “esigere dalle autorità russe l’immediata cessazione delle operazioni belliche e il ritiro di tutte le forze militari che illegittimamente occupano il suolo ucraino, ripristinando il rispetto della piena sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina”. E poi: ”Assicurare sostegno e solidarietà al popolo ucraino e alle sue istituzioni attivando, con le modalità più rapide e tempestive, tutte le azioni necessarie a fornire assistenza umanitaria, finanziaria, economica e di qualsiasi altra natura, nonché la cessione di apparati e strumenti militari che consentano all’Ucraina di esercitare il diritto alla legittima difesa e di proteggere la sua popolazione”. Il Governo dovrà poi ”sostenere ogni iniziativa multilaterale e bilaterale utile a una de-escalation militare e alla ripresa di un percorso negoziale tra Kiev e Mosca, anche raccogliendo la disponibilità della Santa Sede a svolgere un'opera di mediazione”. E dovrà ”raccogliere l'aspirazione europea dell'Ucraina”. Inoltra dovrà ”attivare un programma straordinario di accoglienza dei profughi ucraini”. Il Parlamento inoltre impegna il Governo a ”sostenere in sede europea la ulteriore sospensione del patto di stabilità e la istituzione di un fondo europeo compensativo per gli Stati maggiormente penalizzati dalle sanzioni”.
Nei suoi interventi, prima a Palazzo Madama poi a Montecitorio, il premier Draghi ha detto con chiarezza che l'Italia è con il popolo ucraino e non si volterà dall’altra parte. “L'invasione dell’Ucraina da parte della Russia segna una svolta decisiva nella storia europea”, ha esordito il presidente del Consiglio per il quale “negli ultimi decenni, molti si erano illusi che la guerra non avrebbe più trovato spazio in Europa, che potessimo dare per scontate le conquiste di pace, sicurezza, benessere che le generazioni che ci hanno preceduto avevano ottenuto con enormi sacrifici”. Le immagini dalle città di Kiev, Kharkiv, Maripol raccontano di una “lotta per la libertà dell'Europa” e ci obbligano a compiere scelte fino a pochi mesi fa impensabili”. Tra le scelte “impensabili” ci sono quelle militari oltre alle sanzioni che stanno colpendo l'economia russa. ”L'aggressione, premeditata e immotivata, della Russia verso un Paese vicino ci riporta indietro di oltre ottant'anni, all'annessione dell'Austria, all'occupazione della Cecoslovacchia e all'invasione della Polonia. L’Italia non intende voltarsi dall'altra parte. Le minacce di far pagare con ’conseguenze mai sperimentate prima nella storia’ chi osa essere d'intralcio all'invasione dell'Ucraina, e il ricatto estremo del ricorso alle armi nucleari, ci impongono una reazione rapida, ferma, unitaria”.
Il premier ha ricordato i numeri dell’impegno delle forze armate in questa guerra (”L’Italia è pronta con un primo gruppo di 1.400 militari e un secondo di 2.000 unità”); e la grande mobilitazione del nostro Paese anche sul fronte degli aiuti umanitari: ”L'Italia ha già contribuito in modo considerevole all'emergenza con un finanziamento di 110 milioni di euro a favore di Kiev come sostegno al bilancio generale dello Stato. Abbiamo stanziato un primo contributo del valore di un milione di euro al Comitato Internazionale della Croce Rossa, donato oltre 4 tonnellate di materiale sanitario, e offerto 200 tende familiari e 1.000 brandine".
Sul fronte interno, il Governo intende contrastare le possibili ricadute per il Paese per gli aspetti legati a vigilanza, protezione degli obiettivi sensibili, controlli di sicurezza dei rifugiati. Sul piano energetico, allo studio misure per mitigare l’impatto di eventuali problemi e per ridurre la dipendenza italiana dalla Russia. Al momento non ci sono segnali di un'interruzione delle forniture di gas, tuttavia è importante valutare ogni evenienza. L'Italia, spiega Draghi, ”ha ancora 2,5 miliardi di metri cubi di gas negli stoccaggi e l’arrivo di temperature più miti dovrebbe comportare una significativa riduzione dei consumi da parte delle famiglie”. Infine Draghi sottolinea che "nel lungo periodo, questa crisi ci ricorda l'importanza di avere una visione davvero strategica e di lungo periodo nella discussione sulle nuove regole di bilancio in Europa. E c’è la necessità di procedere spediti sul cammino della difesa comune, per acquisire una vera autonomia strategica, complementare all'Alleanza Atlantica”.
Giampiero Guadagni

( 1 marzo 2022 )

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