Trenta morti in una settimana. E' il drammatico bilancio dell'ondata di maltempo che ha sconvolto diverse regioni italiane, da Nord a Sud. Ancora una volta, ma in misura maggiore, la natura ha presentato un conto salatissimo ad anni di incuria del territorio. Lo scenario del dissesto idrogeologico in Italia è da tempo noto nella sua gravità. A rischio, come sottolinea Coldiretti eleborando i dati dell'Ispra, sono sette milioni di persone e il 91% dei comuni. Secondo le più recenti stime, il fabbisogno finanziario sul dissesto dovrebbe essere almeno 1 miliardo l’anno. Il bilancio pubblico ne garantisce meno della metà.
L'Anbi - l'Associazione nazionale dei consorzi per la
gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue - propone un piano di 3.709 interventi in tutta Italia che richiedono un investimento di poco inferiore agli 8 miliardi di euro per ridurre il rischio idrogeologico e contrastare il pericolo di frane e alluvioni, con mutui quindicennali.
Ora è polemica politica sull'utilizzo o meno dei fondi concordati con la Banca europea degli investimenti dalla task force “Italia Sicura”, istituita nel 2014 e sciolta a luglio dal nuovo esecutivo. “Abbiamo a disposizione 6 miliardi e 250 milioni per il dissesto geologico, una cifra importante costruita da piani triennali da 900 milioni per ogni triennio e sono soldi reali, concretamente disponibili. I progetti che abbiamo sono già finanziati dai fondi disponibili”, spiega il ministro dell'Ambiente Costa. In attesa di una stima precisa dei danni, in settimana il Consiglio dei ministri darà una prima risposta economica.
Per il capo della Protezione civile Borrelli “l'abusivismo è una piaga che va debellata. Bisogna completare le istanze di condono presentate e laddove le case sono costruite in aree sottoposte a vincoli - come il vincolo idrogeologico o altri vincoli - il condono non va dato e quindi bisogna demolire e delocalizzare”.
Solidarietà e vicinanza della Cisl alle famiglie siciliane che hanno perso i loro cari per il maltempo viene espressa dalla segretaria generale Annamaria Furlan, per la quale “è inaccettabile piangere tante vittime innocenti ancora una volta per l'incuria delle istituzioni e di quanti dovrebbero difendere il nostro territorio con la giusta manutenzione e con nuove infrastrutture”.
E la Fai Cisl lancia un appello: “Ripartire dal lavoro forestale per garantire la messa in sicurezza del territorio e delle persone”. Il primo passo, spiega il segretario generale Rota, è appunto quello di “valorizzare la professionalità dei lavoratori a tempo indeterminato e aumentare il numero delle giornate degli addetti stagionali ai lavori di sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria”.