n un clima esasperato da duri botta e risposta, feroce quello tra l’Eliseo e Palazzo Chigi, l’Europa prova a trovare soluzione sulla questione migranti. Si allarga a 16 Paesi il summit Ue di domenica a Bruxelles in preparazione del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno. Spiega un portavoce della Commissione: ”Nessuno è escluso, tutti sono invitati a questo processo in corso e nessuno è obbligato a parteciparvi”.
Un appello arriva dal Presidente del Parlamento di Strasburgo, l’italiano Taajani: ”Basta litigi tra Stati membri, la soluzione al problema dei migranti va trovata nella riforma di Dublino, per la quale una proposta seria per proteggere le frontiere esterne è stata fatta dal Parlamento Ue”. La proposta del Parlamento europeo, sottolinea Tajani, ”coniuga "fermezza e solidarietà: fermezza, perché non si può una volta arrivati in Europa andare dove si vuole. C''è una redistribuzione automatica tra i Paesi che esula dal Paese di arrivo. Inoltre chi non ha diritto a rimanere deve essere rimandato a casa a spese dell''intera comunità europea”. Tajani dice basta a ”scelte miopi legate solo alle campagne elettorali, servono scelte politiche che contribuiscano a risolvere questo problema che è il più grave tra quelli che sono di fronte all’Europa”.
E proprio da un comizio elettorale a Siena, in vista dell’immienente ballottaggio, il ministro dell’Interno Salvini torna alla acrica contro le Ong. La Lifeline, afferma il leader della Lega, ”è una nave illegale, con una bandiera illegale e un equipaggio che mi dà del fascista, con finanziatori che vorremmo conoscere, che ha un carico di esseri umani nelle acque maltesi". Per motivi di sicurezza dell’equipaggio e dei soccorsi, ha aggiunto il vicepremier, ” chiediamo che Malta apra uno dei suoi porti, faccia sbarcare questi disperati, blocchi la nave e l’equipaggio in modo che non possa più toccare acqua nel Mediterraneo”.
Replica il portavoce della Ong Lifeline: ”In Europa c’è libertà di parola, e il ministro Salvini ha il diritto di dire cose del genere, ma stiamo lavorando seguendo le leggi internazionali”.
Intanto in mare si continua a morire. L’Unhcr, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, esprime dolore per la notizia di circa 220 persone annegate a largo delle coste libiche nei giorni scorsi mentre tentavano di attraversare il mar Mediterraneo dirette in Europa. Secondo i sopravvissuti, un'imbarcazione di legno che trasportava un numero imprecisato di persone si e' capovolta al largo delle coste libiche martedì scorso. Dei circa 100 passeggeri stimati, sono sopravvissuti solo in cinque. Sono stati salvati dalla Guardia costiera libica e sbarcati a Mayia, alla periferia della capitale Tripoli. Sono stati poi portati in un ospedale locale dalle autorità per ricevere cure mediche.