Il 2020 verrà ricordato come l’anno zero per il trasporto aereo, la filiera italiana è provata come mai prima d’ora. "Occorre intervenire subito non solo per salvarla ma soprattutto per rilanciarla, mettendola in condizioni di servire il Paese sostenendo la ripresa economica". L’allarme arriva da Andrea Cuccello, segretario confederale Cisl e Salvatore Pellecchia, segretario generale Fit-Cisl.
Le compagnie aeree italiane potrebbero perdere 140 milioni di passeggeri da trasportare. Ecco perché è urgente muoversi per non restare isolati, considerando che il sistema aeroportuale nazionale è essenziale per lo sviluppo del Paese, non solo per la ripresa e lo sviluppo del turismo ma anche per garantire la mobilità di cittadini e merci. "A fronte di questa situazione - proseguono Cuccello e Pellecchia - che in parte interessa tutte le compagnie, appare ragionevole continuare a offrire una presenza sui mercati, nonostante le perdite, ed offrire spazi al settore cargo che garantirebbe un valore sicuro e costante, non influenzato da elementi e situazioni contingenti al trasporto passeggeri. Anzi, analizzando i dati che vengono forniti, l’Italia è il 5° paese per volumi di merci movimentate in Europa; oltre il 30% delle merci viene esportato ed importato dalle nostre imprese utilizzano il trasporto aereo. Inoltre le previsioni indicano un dato significativamente in crescita, con l’export italiano che si concentra principalmente su direttrici intercontinentali quali New York, Shangai, Hong Kong, Seoul, Tokyo. Dobbiamo quindi da subito - evidenziano - concentrarci su una nuova ITA SpA che punti non solo al trasporto passeggeri ma diventi vero competitor nel settore cargo. Si deve rimettere in campo l’utilizzo di una struttura come Malpensa, oggi principale scalo del cargo italiano, posizionato solamente al nono posto su scala europea, a partire da investimenti sulla flotta, catene logistiche innovative con il completamento da subito del progetto “ultimo miglio”, che deve vedere porti ed aeroporti collegati efficientemente con un sistema ferroviario che favorisca la sostenibilità dei trasporti e della logistica, lasciando a Fiumicino la specializzazione, quale hub principale, dei voli passeggeri. È quindi necessario un piano strategico che coniughi logistica, trasporto aereo e tutta la rete dei trasporti con le principali eccellenze italiane, come Trenitalia, Ita, nonché tutto il sistema portuale italiano - concludono - per dare vita ad un grande e moderno progetto di trasporto merci che sia in grado di competere a livello internazionale".
Intanto oggi i sindacati trasporti del Lazio incontreranno i rappresentanti della Regione per chiedere di intervenire con urgenza nel comparto aereo: troppe aziende e oltre 40mila lavoratori della comunità aeroportuale di Roma e Lazio sono colpiti da una crisi senza precedenti. "Fino alla fine del 2019, Fiumicino e Ciampino hanno assistito a un transito record di passeggeri, di 49,4 milioni di persone: adesso, con un calo del 70% del traffico, gli aeroporti sono allo stremo. Serve una tempestiva azione comune di rilancio".
Così i segretari generali Filt-Cgil di Roma e Lazio, Fit-Cisl del Lazio e Uil Trasporti Lazio, Eugenio Stanziale, Marino Masucci e Maurizio Lago.
"Fatta eccezione per il settore cargo, che rispetto a quello passeggeri riesce a tenere - aggiungono - il quadro drammatico riguarda sia i dipendenti diretti che l’indotto: senza interventi lo sblocco dei licenziamenti può rappresentare un dramma sociale Troppi lavoratori, ad oggi, sono alle prese con i ritardi nell’erogazione degli ammortizzatori e con aziende in crisi, che pianificano potenziali dismissioni. A ciò si aggiunge l’insostenibile situazione riguardante i 4mila stagionali, occupati in particolare nei servizi di imbarco, assistenza ai passeggeri e check-in: sono stati inseriti in qualche forma di sostegno al reddito soltanto a fine maggio 2020, e circa la metà è ancora esclusa da qualsiasi forma di supporto, fatta eccezione per la Naspi ormai in esaurimento".
Cecilia Augella