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Killer di Berlino ucciso dai poliziotti a Milano

La fuga di Anis Amri, il presunto killer di Berlino, è finita. E’ lui l’uomo ucciso questa notte nel corso di un conflitto a fuoco con la Polizia a Sesto San Giovanni. In una conferenza stampa la cancelliera Angela Merkel ha ringraziato l'Italia per il ""grande successo"", rappresentato dall'individuazione e uccisione del ricercato Anis Amri, ritenuto resonsabile della strage di Berlino. Amri era stato fermato dalla Polizia per un controllo in piazza Primo Maggio intorno alle tre della notte scorsa. All'intimazione dell'alt, l'attentatore di Berlino non ha esitato: ha estratto la pistola, una calibro 22, e ha iniziato a sparare contro gli agenti, ferendone uno alla spalla, ma è rimasto ucciso nel conflitto a fuoco. All'identificazione certa di Amri si è arrivati grazie alla comparazione delle impronte. A quanto si apprende, Amri, al momento di sparare, avrebbe urlato "Allah Akbar", poi, dopo aver ferito alla spalla uno dei poliziotti della volante, sarebbe stato colpito e ucciso dal secondo agente, Luca Scatà, in prova al Commissariato di Sesto San Giovanni.

Unanime il plauso della politica alle nostre forze dell’ordine. Il ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha ricevuto questa mattina la telefonata del collega tedesco, Thomas de Maizière, che si è congratulato per l'operazione di Polizia che ha portato all'uccisione di Anis Amri, il tunisino sospettato della strage di Berlino. Nel corso della telefonata de Maizière ha ringraziato Minniti e la Polizia italiana "per la professionalità e l'impegno dimostrato per garantire la sicurezza dei cittadini, anche a rischio della vita, e ha espresso vicinanza all'agente rimasto ferito formulando gli auguri di pronta guarigione".

"Il sistema di sicurezza italiano è un'eccellenza al mondo", sottolinea il segretario del Siulp Felice Romano esprimendo "totale vicinanza" al poliziotto rimasto ferito nella sparatoria con Anis Amri. "Quanto accaduto stanotte a Milano ci ripropone il tema che non esiste per nessun paese il rischio zero rispetto alla minaccia del terrorismo" ma allo stesso tempo "conferma altresì che il sistema sicurezza italiano è un'eccellenza". Amri infatti è morto "in seguito della tempestiva e professionale reazione di un giovane collega in prova, appena uscito dalle scuole di polizia nelle quali è stato formato anche per affrontare situazioni così critiche". Il segretario del Siulp ringrazia poi il ministro Minniti "non solo per la tempestività con cui ha contattato il nostro collega ferito e l'altro giovane poliziotto, ma soprattutto per le attestazioni di professionalità e di vicinanza che ha voluto pubblicamente manifestare a tutte le donne e gli uomini della Polizia di Stato e delle Forze dell'Ordine durante le quali ha sottolineato il proficuo e complicato lavoro del Prefetto Gabrielli e di tutti i poliziotti messo in campo nell'espletamento del servizio che ogni giorno consente agli italiani, anche in situazioni così estreme, di potersi sentire sicuri".

( 23 dicembre 2016 )

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