Gli italiani tornano ad essere un popolo di emigranti. Secondo il XIII ”Rapporto Italiani nel Mondo 2018” della Fondazione Migrantes, negli ultimi 12 anni, dal 2006 al 2018, il trend degli italiani ”in fuga dal bel Paese” è in continua crescita e registra un +64,7%, passando da poco più di 3,1 milioni iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (Aire) a 5.114.469 al 1 gennaio del 2018, che rappresentano l’8,5% dei quasi 60,5 milioni di residenti in Italia. Da gennaio a dicembre 2017, secondo il rapporto, sono partiti quasi 243 mila italiani di cui il 52,8% per espatrio cioè 128.193 italiani che hanno spostato la loro residenza fuori dei confini nazionali. Gli uomini sono oltre 70 mila (55%) e le donne oltre 57 mila. Nelle partenze del 2017, che vedono una crescita del 3,3%, un peso importante lo hanno i nuclei familiari come dimostrano i 24.570 minori (il 19,2% del totale), di cui il 16,6% ha meno di 14 anni e ben l’11,5% meno di 10 anni. Ma se nell’ultimo anno a partire dall’Italia sono prevalentemente i giovani (37,4%) e i giovani adulti (25,0%), le crescite più importanti sono quelle dai cinquant’anni in su (+20,7% nella classe di età 50-64 anni; +35,3% nella classe 65-74 anni; +49,8% nella classe 75-84 anni e +78,6% dagli 85 anni in su). Secondo il rapporto si tratta di persone disoccupate (definiti ”migranti maturi disoccupati”), o lontane dalla pensione che hanno la necessità di mantenere la famiglia. Ma ci sono anche i genitori-nonni che inizialmente trascorrono periodi sempre più lunghi all’estero con figli e nipoti già in mobilità fino al completo trasferimento (”migrante genitore-nonno ricongiunto”). Un altro profilo è il ”migrante di rimbalzo” ovvero chi, dopo anni di emigrazione è rientrato in Italia per trascorrere la propria vecchiaia ”in paese” e rimasto vedovo/a, e magari con i figli nati, cresciuti e lasciati all’estero, decide di tornare nel paese che lo ha accolto per tanti anni. Infine, c’è il ”migrante previdenziale”, ovvero, il pensionato ”di lusso” o sull’orlo della povertà che si trasferisce in paesi dove la vita costa molto meno rispetto all’Italia, è più facile curarsi ed esistono silver co-housing.
Insomma, data la situazione di declino incipiente e la difficoltà a condurre un’esistenza dignitosa nel nostro Paese, chi può prende la valigia e va all’estero.